Parto da qualcosa che sembra marginale e insignificante rispetto all’argomento GUERRA, giustamente emergente in queste ore.
Su Facebook (e immagini un po’ su tutti i social) impazzano le analisi e le prese di posizione, più o meno articolate e più o meno condivisibili.
In particolare mi ha colpito un post, del quale riporto alcuni commenti:
-"Ma quelli che ci hanno triturato i coglioni per due anni con la dittatura sanitaria, lo hanno capito adesso cos'è una dittatura?"
-"Sono quelli che adesso dicono che è tutto falso.....tifano per Putin e dicono che le televisioni trasmettono falsità!!"
-"Ho letto commenti in cui associano il greenpass alla guerra di Putin. Senza speranza"
-"Sono gli stessi che inneggiano al fascismo con la fiammella accesa ignoranti"
....e via di seguito
BASTA!
Ma vi sembra questo il modo di poter dialogare?
Perché ogni volta fare di tutt'erba un "fascio" (inteso in tutti e due i sensi di questa parola)?
A chi ha un po’ di sale nella zucca come può venire in mente di scrivere queste pseudo-equazioni che non non hanno nessun riscontro?
Certo, tra i cosiddetti “no-vax” ci sono sicuramente terrapiattisti e fascisti... ma come,allo stesso modo, ci sono sicuramente anche tra i “si-vax”! E non per questo sono tutti così, da una parte o dall’altra!
Ho tanti amici che hanno scelto di non vaccinarsi ...e continuo a considerarli tali ...e sono certo che non siano né fascisti né terrapiattisti.
Altrimenti sarebbe inutile indignarsi per tutte le altre generalizzazioni che GIUSTAMENTE riteniamo razziste e discriminatorie: napoletano, sardignolo, terrone, negro, ebreo, muso giallo, zingaro, ma anche puttana, finocchio, lesbica, mongoloide… (ognuno aggiunga pure tutte le altre definizioni offensive che almeno una volta ha sentito usare a sproposito).
Per favore, da ogni parte, SMORZIAMO I TONI!
Le parole sono armi pesanti e le offese creano solchi profondi.
Specialmente in questi giorni di venti di guerra dobbiamo evitare di esserne contaminati personalmente. Non lasciamoci andare a facili e grossolani giudizi, e neanche procediamo, trascinati dall’emozione del momento, ad erigere barricate e schieramenti.
Certo, Putin è un dittatore, assassino, e tutto quel che si vuol dire.
Ma non è che dall'altra parte ci siano tutti agnellini e colombe!
Le nostre facili simpatie, che ci conducono a schierarci infallibilmente da una parte o dall’altra, quasi sempre ignorano le vere ragioni e i complicati intrecci che stanno dietro ai conflitti armati e, troppo spesso, ci portano ad essere "reazionari" (nel senso più corretto del termine, cioè reazione "di pancia" - ma il cervello a chi lo lasciamo?).
D’altronde faremmo bene a svegliarci un po' prima che siano sempre e solo gli scoppi delle bombe a farlo. Siamo troppo abituati a chiudere gli occhi e troppo inclini a dimenticare rapidamente.
La guerra, per tanti popoli, dura da troppo tempo, non è mai finita, è stata ed è una costante che li accompagna. Ad esempio, per citare un a guerra dimenticata, chi si ricorda del Kurdistan? Eppure è sotto bombardamento, anche con armi chimiche, da anni e anni.
E tutti i bombardamenti recenti visti in diretta alla TV?
Dimentichiamo troppo facilmente che siamo circondati dalle guerre. Visto che le ricerche Google sono così gettonate, basta una facile ricerca: “Dal 30 luglio 2020 al 30 luglio 2021 il nostro Pianeta ha vissuto quasi 100.000 situazioni di conflitto, tra sommosse, scontri armati, proteste, violenze contro civili, attentati”. Questo si trova su internet e, purtroppo, non sembra una delle solite bufale.
Al di là di quanto possa essere complicato avere un’idea un po’ più ragionata dei motivi di una guerra o dell’altra, e in attesa di averla, quello che invece possiamo subito fare è SCHIERARSI SENZA INCERTEZZE CONTRO LA GUERRA STESSA.
L’unica “guerra” che merita di essere combattuta è solo quella CONTRO LA GUERRA.
CI SI PUO' E CI SI DEVE DEVE SCHIERARE SOLO DALLA PARTE DI CHI LE BOMBE “LE PIGLIA IN CAPO”, sia esso ucraino-ucraino, ucraino-russofono, curdo, palestinese (e anche israeliano quando ci sono gli attentati, ma l'equilibrio in questo caso è sempre molto dispari), siriano, afgano, congolese, yemenita, tutsi, hutu ... si può andare avanti per ore, perchè la guerra è dappertutto.
Non sono mai stato in Ucraina, ma non è difficile immaginare, visto gli anni della durata dell’URSS, che la popolazione sia un miscuglio di etnie e di lingue diverse e che esse abitino fianco a fianco nella vita di tutti giorni. Ammesso e non concesso che due rappresentanti di questi schieramenti siano anche “nemici”, se abitano in due case vicine tra loro, la bomba che cade non starà certo a fare distinzione (checché si millantino "operazioni chirurgiche").
Penso a quante persone stanno in queste ore aggiungendosi alle schiere dei profughi, già così sterminate anche prima di quest’ultima follia.
Vogliamo credere che gli ucraini-russofoni siano tutti contenti di finire sotto le grinfie di Putin, con il “grande esempio” di democrazia che rappresenta?
Sono nel cuore di quell'esiguo numero di persone che in queste ore, nella Russia di Putin hanno trovato il coraggio di scendere in piazza e di urlare che sono contro la guerra, rischiando senza dubbio la vita stessa.
E noi, per i quali la guerra è ancora relativamente lontana, troviamo il modo di discutere se valga o no la pena di scendere in piazza perché “non so a cosa mira chi organizza la dimostrazione” o “non so se sono s’accordo” e così ce ne restiamo comodamente a casa?
Per favore, noi che ancora possiamo farlo, scendiamo in piazza senza esitare e il solo pensiero sia - NO ALLA GUERRA SENZA "SE" E SENZA "MA" - senza dividersi sul sostegno ad uno schieramento o all'altro.
La guerra è SEMPRE e SOLO merda.
Roberto Barsaglini






