Intorno alla prima metà del 1970 e dopo una decina d’anni di sospensione, fu riportata in vita la nostra (elbana) tradizione marinaresca più popolare, ovvero il Palio Remiero. Rianimare otto imbarcazioni a 10 remi, ognuna con 11 membri d’equipaggio sarebbe stata un’impresa titanica, ecco che allora fu deciso di gareggiare con armi a quattro remi più il timoniere. L’euforia per il Palio riscoperto era così tanta, che vi fu un continuo fiorire di equipaggi, alcuni duravano solo un anno e comuni come quello di Portoferraio ne avevano addirittura 6 o 7. Per questo motivo e per il tanto tempo trascorso, ricordarsi con precisione di quante imbarcazioni vi fossero al Grigolo quella domenica di gara organizzata dalla LNI in quell’estate della fine degli anni ‘70 è impossibile; sicuramente erano almeno 10. Il Sor Ettore oltre che della Lega Navale era anche il Presidente del neonato comitato organizzatore del Palio Remiero Elbano.
Un altro personaggio del Grigolo al quale collego miei primi ricordi è stato l’ex pompiere, falegname e maestro d’ascia Bruno Filippo. Da Montecorvino Rovella (in provincia di Salerno) sbarcò a Portoferraio nel 1938 per lavorare agli altiforni come primo falegname. Nel 1948, in seguito alla chiusura definitiva del nostro stabilimento siderurgico, già bombardato durante la guerra, entrò nei Vigili del Fuoco e fu distaccato a Livorno dove rimase fino a due anni prima del pensionamento. Terminò il servizio a Portoferraio come capo distaccamento e una volta andato in pensione, venne al Grigolo dove custodiva i capannoni della LNI adibiti al rimessaggio delle piccole imbarcazioni dei soci. Per un certo periodo fu aiutato da Pieraldo Caprilli. Mi è rimasto nel cuore, perché pur essendo geloso della sua Arte e non volendo “mocciosi” rompiscatole intorno, mi permetteva di rimanere con lui, di osservarlo mentre lavorava e di tanto in tanto, di passargli qualche strumento da lavoro. Io ero il bimbo più orgoglioso di Portoferraio! Appena finivo di mangiare, da via Roma scendevo subito da Bruno, specialmente durante le fredde e/o piovose giornate invernali, quando l’intero parco divertimenti del Grigolo era impraticabile. Gli ho visto costruire la “Bismarck “, così soprannominata da quanto era pesante. Era la barca destinata a rappresentare la LNI nel Palio Remiero Elbano.
Bella, ma con qualche problema idrodinamico, richiedeva una forza sovrumana da parte dei vogatori. Io, Pinuccio Iannello, mio cugino Luca Bellosi, Massimo Zecchini detto “Garrincha” e Daniele Boggio, il figliolo di Nanni e di Giuliana come timoniere, a bordo della “Bismarck” formammo il primo equipaggio della LNI nella categoria ragazzi. Dopo ogni uscita di allenamento ci dovevamo fermare per qualche giorno perché avevamo le piaghe alle mani… Molta più fortuna ebbe la barca che Bruno fece per i Vigili del Fuoco, un armo glorioso da lui stesso fondato; anche di quel gozzo ne osservai la costruzione. Molto leggero e filante, era più da corsa che per lo speronamento in battaglia. Bruno morì nel 2003 e già dagli anni ‘90 veniva alla LNI solo come osservatore. La custodia dei capannoni , la gestione dei rimessaggi delle barche e l’uso dell’argano passarono a Nanni che per qualche anno fu aiutato da Ettore Galletti, un socio che fino a quel momento si era occupato più che altro di amministrazione contabile.
Michel Donati