Reduce da un’ulteriore seduta con una persona con varianza di genere, rifletto su quanto recentemente accaduto a Capoliveri.
Il mio paziente (nel suo caso lo schwa sarebbe d’obbligo, visto che non si identifica in uno dei due generi, ma usa il maschile per comodità) mi stava appunto raccontando la già troppo lunga storia di sofferenza della sua giovane vita: fuori posto nei gruppetti in classe (di ogni ordine e grado), fuori luogo nelle squadra sportive, fuori contesto negli scout… non accolto, o almeno non accolto per intero, con conseguenti depressioni, farmaci, attacchi di panico…
“Basterebbe che si sapesse di più in giro che esistiamo, anche noi esistiamo”, mi dice alla fine.
Invece la realtà è che c’è chi sullo schwa ci tira un frego rabbioso, come a Capoliveri, come in realtà in tutto il resto del mondo.
Non voglio fare la fatica di guardare la realtà per come è, se la realtà non corrisponde ai miei pregiudizi tanto peggio per la realtà.
E così anche ilə miə pazientə, che vive lontano dall’Elba, ha trovato sulla propria strada insegnanti, educatori e persino colleghi psicologi che l’hanno più o meno cortesemente pregato di non rompere i cosiddetti con le cose strane, adeguati allo standard e ingoia queste pasticche, con buona pace dei pronunciamenti del mondo scientifico.
Tiriamo un bel frego su tutto quello che ci costringe a pensare, cancelliamo quello che ci disturba, e pazienza se ci saranno vittime per effetti collaterali.
Autorə in Vantina porta da anni una piccola, fulgida luce in un’estate elbana opaca di chiasso insensato, cattiva musica e animazioni al limite del penoso: fortunatamente da un po’ di tempo le nostre estati vedono, accanto ai fari da stadio sulle spiagge e le stroboscopiche da discoteca nelle piazze, apparire in qua e in là queste preziose lucciole, a Marciana a Rio a Portoferraio… presagio di un futuro più attento, di un turismo meno divoratore.
Il Comune di Capoliveri ha il vanto di almeno una di queste lucciole, la rassegna letteraria che valorizza la straordinaria piazza della Vantina, curata dalla bravissima e attenta Silvia Boano di Mardilibri.
Dove si presentano libri, ma si coglie anche l’occasione per toccare temi importanti: tanti temi. Quello del “gender” (nome sbagliato per un complesso di fenomeni e non per una teoria) è solo uno, quindi il volantino appiccicato da anonimi vigliacchi anche su pregiate opere d’arte è comunque inesatto.
Ma se anche fosse: 33.000 euro di danaro pubblico, per evitare a qualche decina di ragazzi e ragazze elbane di sentirsi fuori posto nella vita, non mi sembrerebbero una cifra sprecata.
Maria Frangioni






