In occasione del 160° della Nascita di Pietro Gori, dopo il ricordo di ieri, Elbareport pubblica la parte iniziale della 'lectio magistralis' degli storici Maurizio Antonioli e Franco Bertolucci, cronologicamente incentrata sulla famiglia e sull'infanzia di Pietro (dal N° 355 di Rivista Anarchica dell' estate 2010 / Anno 40).
Chi intende proseguire la lettura può utilizzare il link in coda all'articolo "UNA VITA PER L'IDEALE" di Maurizio Antonioli e Franco Bertolucci.
Quarantasei anni vissuti intensamente, tra piazze e aule di tribunali (come imputato o come avvocato), in carcere e in esilio, in 4 continenti (anche nelle Americhe e in Africa), a fare conferenze, dirigere riviste, incontrare sovversivi, scrivere poemi, testi di canzoni e opere teatrali, organizzare sindacati e… Fino alla morte, sull’amata isola d’Elba.
Una famiglia di patrioti borghesi
Pietro Gori nasce a Messina alle tre pomeridiane del 14 agosto 1865, come risulta dall’estratto dell’atto di nascita. Il padre Francesco Gori, nato nel 1823, ufficiale di artiglieria dell’esercito regio con alle spalle un’esperienza nelle guerre risorgimentali, non nasconde le sue simpatie mazziniane, sembra che all’alba della Prima Guerra d’Indipendenza fosse stato iscritto alla Giovine Italia. Da ufficiale dell’esercito piemontese prima e italiano poi seppe guadagnarsi due medaglie al valor militare nella battaglia di Castelfidardo (18 settembre 1860) e nel successivo assedio di Ancona contro le truppe papaline. La scelta militare del padre di Pietro è sicuramente determinata dalla tradizione familiare. La sua famiglia originaria dell’Isola d’Elba, ha avuto il nonno Pietro ufficiale della Vecchia Guardia di Napoleone I. Una scelta che lo ha portato a seguire l’imperatore da Marengo ad Austerlitz, dall’esilio all’Elba a Waterloo.
Giulia Lusoni, la madre di Pietro, è nata nel 1840 ed è discendente di una famiglia benestante di Rosignano Marittimo.
All’anagrafe Pietro è registrato con i nomi di Ernesto, Antonio, Giuseppe, Cesare e Augusto. Tre anni dopo, la famiglia costretta a peregrinare da una città all’altra dello stivale per gli impegni del padre, accoglie la nascita della sorella Berenice, comunemente chiamata Bice, che nasce ad Ancona il 29 gennaio 1868 e che rimarrà sempre legata da un profondo sentimento fraterno al fratello Pietro.
Non conosciamo molto della fanciullezza di Pietro, sappiamo che il padre intorno alla metà degli anni Settanta dà le proprie dimissioni dall’esercito e ritorna in Toscana, stabilendosi a Rosignano Marittimo. Il giovane Pietro, che probabilmente fin da piccolo è stato seguito nella sua formazione scolastica con attenzione, come si addiceva all’epoca per una famiglia medio borghese, dopo le scuole primarie viene iscritto al Ginnasio Niccolini di Livorno. La scelta di mandare a Livorno Pietro non è casuale. Il Ginnasio Niccolini, fondato nei primi anni post unitari, è una scuola prestigiosa, sia per il corpo docente sia per gli alunni. Tutta la borghesia livornese, compresa la comunità ebraica, inviava i propri figli a questa scuola. Pietro si iscrive al primo anno del ginnasio nel 1880 e tutto il suo curriculum studiorum è contrassegnato da ottimi voti soprattutto nelle materie letterarie e in filosofia. Allo stato attuale degli studi si sa poco delle sue passioni e interessi di questo periodo, alcune fonti riferiscono di una sua adesione ad una “Associazione Monarchica” dalla quale viene espulso per imprecisate “indelicatezze”. Lo stesso Gori ricorda di quel periodo: “Da ragazzo […] ho battuto parecchie volte le mani alla marcia reale; che seria professione di fede politica! Mio dio, sì, ho perpetrato qualche rugiadoso telegramma al re”.
La Livorno dell’epoca era una città in forte crescita economica, con un porto e dei cantieri navali – quelli della famiglia Orlando – che attiravano un numeroso e vivace proletariato. La città si era distinta durante le rivolte contro i Lorena e nel mazziniano Francesco Domenico Guerrazzi aveva trovato una forte guida. Non mancavano garibaldini che avevano seguito il Generale dei Due mondi in diverse imprese, come i fratelli Sgarallino e, ovviamente, dai tempi della Comune di Parigi esisteva un forte nucleo di internazionalisti. È probabile che in questa fase adolescenziale Pietro abbia avuto i suoi primi approcci con la politica in senso lato. Nel giugno 1885 prende il diploma liceale con ottimi voti e decide di iscriversi all’Università di Pisa nel noto corso di laurea di giurisprudenza. In autunno si trasferisce nella città della Torre pendente dove lo accoglie una comunità vivace culturalmente e politicamente e non solo per la presenza degli studenti universitari, che vantano i propri eroi caduti nella battaglia di Curtatone e Montanara del 29 maggio 1848. Accanto ad un forte nucleo di mazziniani e garibaldini nel corso degli anni si è radicata una robusta componente internazionalista...
(prosegue al link https://www.arivista.org/riviste/Arivista/355/dossier_Gori2.htm#note )






