Debutto che lascia il segno, quello della 29^ edizione del Festival centrato sul virtuosismo di due solisti d'eccezione. Al violino, Gidon Kremer e Pauline van ser Rest, 78 e 21 anni, in sintonia perfetta con l'Orchestra per archi del Festival.
Suggestivo omaggio al compositore estone minimalista Arvo Pärt (in occasione dei suoi 90 anni), da parte di Kremer, con l'esecuzione del 'Fratres per violino, percussioni e orchestra' le famose variazioni su di un tema di sei battute, un mantra capace di creare l'effetto ipnotico.
La giovane violinista belga ha invece dato sfoggio della padronanza tecnica del proprio Stradivari con una spigliata esecuzione (senza spartito) dei tre movimenti del Concerto in re minore per violino e archi di un Mendelssohn tredicenne, composizione del 1822 riscoperta nel 1952 da Yehudi Menuhin che ne curò la pubblicazione l'anno successivo.
Molto apprezzata dal pubblico, oltre alle qualità tecniche della solista, la giocosità della parte finale, un brillante rondò ispirato ad una nota canzone popolare russa, con rimandi continui tra il violino e l'orchestra.
Davvero un bell'inizio assai apprezzato dai presenti.
CR








