Ricordiamo che lunedì 6 ottobre alle ore 18 presso il cinema teatro Flamingo di Capoliveri si terrà l'ultimo talk di Autorə in Vantina 2025 dal titolo "La Miniera dell'Infanzia", ospiti dell'incontro Claudio Damiani, Elena di Mauro e Nunzio Marotti.
In attesa dell'evento letterario, Elena di Mauro, docente di lettere di scuola secondaria di primo grado, ci regala la recensione di “Rinascita” il libro di poesia pubblicato quest'anno da Claudio Damiani (ed. Fazi).
“Rinascita” è un’opera dai confini sbiaditi in cui presente e passato si confondono, gli spazi temporali si susseguono in un lirico flusso di coscienza., prosa e poesia si mescolano così come la realtà e il sogno, il ricordo e l’immaginazione, gli animali scodinzolano, parlano allattano bambini, le case muoiono, alcuni insetti esistono altri si immaginano.
Il libro è il racconto di un viaggio nei ricordi, la descrizione del rapporto del poeta col luogo della sua infanzia, ovvero una miniera di bauxite a San Giovanni Rotondo, in Puglia, ai piedi del Gargano, che fa da sfondo e da contenitore dei primi cinque anni di vita dell’autore, miniera che porta lavoro ma che al tempo ignorava portasse anche pericolo e morte ma è soprattutto un processo di “Ri-Nascita” nel quale luoghi, sensazioni riprendono vita tra i ricordi del poeta. Ricordi che ricostruiscono tratti autobiografici, tessendo le trame della famiglia Damiani, soprattutto delineando i tratti della madre e del padre, il racconto del rapporto con la sua amica più fidata, Tamara, il cane di Guerra, operaio della miniera e dei primo contatto con l’amore, Bianca e Nadia.
L’infanzia dell’autore risulta immersa nel luogo, nei suoi territori e terreni (che trova cambiati al ritorno, trasformati in campi di grano), negli insetti negli animali che vi abitano ( galline, scarafaggi, gechi chiamati “tarantole”, consuetudine anche elbana).
Ogni volta che lo scrittore torna alla miniera, prima qualche volta da ragazzo e poi uomo adulto e padre, nel luogo della sua infanzia, ovvero, nella sua casa, la quale assume spesso sembianze umane, viene personificata (invecchia, è triste, muore, rinasce, andrebbe seppellita) che si trova in un agglomerato di abitazioni che nel libro è chiamato “le Case”, è un’opportunità per lui di fermarsi e far rivivere il suo Io bambino, tra i ricordi e le paure fanciullesche (le farfalle notturne). Proprio durante queste occasioni l’autore si lascia andare a flussi di coscienza dove piani sensoriali e spazi temporali, appunto, si confondono in una prosa lirica e musicale.
In un primo momento si può rimanere spiazzati nel trovarsi davanti intermezzi prosaici tra quella che dovrebbe essere un’opera poetica ma, attraverso una lettura più attenta, ci si accorge che anche la prosa e la poesia qui coesistono senza netta distinzione: la prosa dell’autore è senza dubbio poesia lirica fatta di ricerca di lessico e di giochi di suoni, si rincorrono le allitterazioni, la retorica e gli artifici letterari, così come la poesia si può ritenere prosastica, narratrice.
La poesia, ricca di sinestesie, ha la potenza di risvegliare tutti e cinque i nostri sensi: l’autore viaggia nei suoi ricordi d'infanzia, nella sua miniera dell’infanzia attraverso tutti e cinque i sensi descrivendoci i colori degli eucalipti, il rumore del vento, il colore dell’aria, ci racconta di essere stato allattato con il latte di mucca, il gusto dei fichi d’India, l’odore dei fiori gialli della pianta.
La poesia d’apertura è bipartita così come l’opera stessa: la prima parte sembra più terrena e più analitica mentre la seconda più fantastica, a riprova di questo abbiamo l’episodio del piccione raccontato all’inizio e in conclusione dell’opera: nel primo racconto il poeta sembra non ricordarsi bene se non di un piccione, di una fionda, una bicicletta e del sangue. L’episodio è raccontato anche in un secondo momento arricchito di personaggi e se nel primo raccontare il poeta-bambino era solo ed era scappato alla vista del sangue, nel secondo racconto torna insieme a Bianca e l’uccello sembra essere sparito.
Emblema del processo di ricordo, di immaginazione, di realtà e fantasia che ancora una volta si confondono, si mescolano e ci permettono di ricordare una miniera dell'infanzia che ri-nasce nei nostri ricordi.






