In Toscana, la notte di Halloween è molto più di un’occasione per travestirsi da streghe o fantasmi e andare a caccia di dolcetti. Dietro le zucche illuminate e le feste in maschera si nasconde però un’affascinante storia antica, fatta di riti contadini, leggende popolari e credenze legate al mondo dei morti.
Prima ancora che la moda americana varcasse l’oceano, la nostra regione viveva già una propria “notte delle anime”, in cui si rendeva omaggio ai defunti con gesti di devozione, piccoli falò e offerte simboliche.
In Toscana, terra di campi e di raccolti, questo periodo dell’anno è sempre stato considerato un momento di passaggio, in cui il mondo dei vivi e quello dei morti ‘s’incontrano’. In quei giorni si preparavano il “Pane dei morti”, le “Frittelle dei morti”, gli “Ossi di morto”.
Nelle campagne, la sera del trentuno ottobre o del primo novembre si accendevano lumi e si lasciava la tavola apparecchiata, affinché le anime potessero tornare a far visita ai propri cari. L’usanza, le cui origini potrebbero addirittura affondare nel Medioevo, è rimasta in vigore almeno fino alla prima metà del Novecento. E le candele alle finestre o nei cimiteri, ancora oggi molto diffuse, sono l’eco di quell’antico gesto di accoglienza.
Tra le tradizioni più affascinanti spicca quella del “Bruciare il teschio”, ebbene, i ragazzi intagliavano una zucca, scavavano dentro occhi, naso e bocca e inserivano una candela accesa (operazione che facevamo anche noi bamboli di Rio, ndr). Poi la portavano in giro per le vie del paese, chiedendo offerte e recitando filastrocche. Quando la notte finiva, la zucca era bruciata in un falò, gesto che simboleggiava la purificazione e il rinnovarsi della vita dopo la morte. Erano gesti semplici, ma densi di significato.
Il rapporto con la morte non era di paura o superstizione, bensì di continuità. I morti “tornavano” per una notte, e i vivi li accoglievano con rispetto, quasi come ospiti di casa e quindi la mattina del 2 novembre bisognava alsarsi presto e rifare i letti per ospitare i defunti».
Il Vicinato






