Nel mio solito girovagare notturno in attesa che arrivi Morfeo e mi porti a letto, spero per lui non di peso, ecco che mi imbatto in questa arcinota fotografia aerea di Portoferraio e allora, complici l'atmosfera prenatalizia, il silenzio della notte, specialmente quello che c'è qui a Palazzetto, il piccolo borgo della campagna senese dove da anni sono solito svernare e complice inoltre, un improvviso attacco acuto di "portoferaite" che probabilmente devo aver contratto, Mercoledì scorso quando venni per quella che doveva essere solo una furtiva e fugace toccatina, ma che poi si è trasformata in una "toccatona" con "scamparata" da Arcangelo, spaghettata "cor porpo" da Guido e "mitragliata" di "favate" del tempo che fu annesse ...e allora dicevo, ecco che la mia testa inizia a galoppare: "Boia dé, come siamo belli e unici! "C'avremo anche le buche, i pini sulla piana di San Giovanni da "taglià" si o da "taglià" no, il nostro grande patrimonio immobiliare storico pubblico comunale poco curato e in certi casi vergognosamente lasciato "andà". Saremo anche proverbialmente "ciolli", ovvero sprecisi, criticoni e inconcludenti, di quelli che se il mondo casca, loro si spostano un po' più in là.
Saremo già stati fregati dal lungo sogno industriale poi svanito non certo per colpa nostra e resi con questo brutto carattere dall'incubo della seconda guerra mondiale con le sue 52 incursioni aeree, compresi due distruttivi e mortiferi bombardamenti, sulla nostra città, per non parlare delle altre tragedie di quel "periodaccio". Saremo stati e probabilmente un "gocciolino" e per un po' lo saremo ancora, soprattutto di primo acchito, poco accoglienti e i meno turistici dell'Elba.
In questo non brillantissimo primato saremo pure aiutati dal nostro essere il principale e quasi unico punto di sbarco per coloro che arrivano sulla nostra isola, tant'è che durante le brutte giornate di pioggia della stagione estiva tutti si riversano da noi con le loro auto in quello che io chiamo il giro dei lumaconi, quando d'improvviso ci pare di essere diventati come Città del Messico.
Saremo tutte queste cose e molto altro di negativo, specialmente se osservati dal solo punto di vista che oggi sembra contare, ovvero quello del profitto globalizzato, superficiale nella sostanza ma che consumisticamente richiede una forma efficientissima che noi non abbiamo e che penso faremo molta fatica ad avere, però come siamo unici e belli e che magnifico sogno visionario ebbe per noi Cosimo I° de Medici!
Col senno di poi, probabilmente fu come da un confetto a un asino, tant'è vero che da subito il nome altisonante di Cosmopoli, la città fatta costruire dal Duca di Firenze, di lì a qualche anno Granduca di Toscana, prendendo come riferimento la perfezione del cosmo, non ci garbò molto, ma è proprio in quel contrasto che ritengo risieda la nostra potenzialità e la nostra ricchezza.
Tutto sta in quell'essere "ciolli" e nello stesso tempo il frutto di una magnifica visione da parte di un grande visionario. E poi, detto tra noi, abbiamo anche il mare più attraente della Toscana, quello di Montecristo che è sempre roba nostra e che per fortuna o per disgrazia, vai a sapè te, non ci fanno gestire, a parte.
E' vero che questo è il più bello solo nelle giornate di Scirocco, dato che con gli altri venti pur rimanendo ai primi posti, visto in superficie non è più il primo, ma siamo fatti così, o Bianchi o Neri! Questa però è un'altra Storia! Tò, è arrivato Morfeo: "Bono, bono, che faccio da me, senza il paranco di Manovello t'abbia a sortì qualche ernia!"