Quanto andiamo a raccontare data ormai di qualche giorno, ma la vicenda l'avevamo accantonata per gli esondanti numeri delle cronache degli ultimi tempi.
Poco male, poichè parafrasando un noto slogan pubblicitario: "Una fava - come un diamante - è per sempre" .
Location, come dicono quelli che gli garba anglicizzare, centro storico ferajese, Scalinata del Falcone, alla sommità della quale bellamente ci sta un biker che si prepara, psicologicamente, all'impresa.
Poi di colpo tutto si compie: l'ardimentoso si molla "allillongiù" per il gradonato ripidissimo pendio, a velocità folle restando miracolosamente in sella.
Ma il peggio sta per accadere, quando pacificamente una signora indigena esce da Via Mozza, ignara della valanga umana che sta sopraggiungendo alle sue spalle e, solo perché uno spettatore emette un bercio d'allarme, é indotta ad uno zompo laterale che le fa evitare, per pochi centimetri, l'impatto.
Il coraggioso giunge trionfante alla sua meta in piazza, la signora con le gambe che tremano ma la voce ferma indirizza dei motti tipo "O tu birichino perché mi sfiorasti nella tua corsa verso la gloria?" O forse: "Brutto testa di cazzo ti sembra di esse' normale?"
Il torzolo allogeno, di probabile origine teutonica, replica solo sorridendo e pronunciando la parola "normal".
"Normal" invece sarebbe stato in tempi lontani, quando i selvaggi elbanesi erano gente più fiera, che qualcuno lo festeggiasse con la calorosa accoglienza rituale del "calcio e pattone", o quella più femminina della zoccolata in capo, o ancora al festoso esser frullato, dopo essere opportunamente ghermito per la collottola e le trombe del culo, nelle patrie acque della Darsena.
Ma passano epoche e mutano costumanze.
Comunque alla narrazione dell'impresa della ciclopica fava ciclista, manca un tassello che volutamente abbiamo finora ignorato: la "clacque".
Sulla terrazza del "parterre" del teatro, dalla quale tutto l'accidentato percorso era visibile, un gruppetto di amici del citato penecefalo plaudiva festoso alla spericolata picchiata.
Forse è da aggiornare l'antico adagio "I coglioni vanno sempre a due a due", vero, ma poi tendono a raggrupparsi.
sergio






