Giovedì 24 Aprile scorso: un colpo di smerigliatrice, usata incautamente, mi procura una profonda ferita sotto il pollice sinistro con lesione del tendine estensore. Comincia l’avventura.
E’ bene premettere che indirettamente la causa è sempre dei cinghiali che avevano danneggiato, nelle loro scorribande, un palo di un piccolo pergolato. Stavo facendo la punta a scalpello ad una barra di acciaio da piantare vicino al palo danneggiato per raddrizzarlo e stabilizzarlo con opportuna legatura.
Sfiduciato dal menefreghismo annoso, diventato criminale, ho pensato, fantasticando nella mitologia greca, ad Atalanta (ricordata oggi per la squadra di Bergamo) e della sua caccia al grande e peloso cinghiale calidonio ricordata anche da Omero.
Parteciparono alla battuta anche molti eroi famosi tra i quali Giasone, i Dioscuri, Peleo e Teseo (nome non raro all’Elba) che finì con l’uccisione dell’ungulato, che danneggiava frutteti e campi dell’Etolia, colpito mortalmente da una freccia di Atalanta. Degli animalisti nel mito non c’è traccia ed allora il problema lo risolvevano!
Perdendo vario sangue mi recai, con mia moglie che guidava, alla Pubblica Assistenza di Campo. Naturalmente nessuno poteva intervenire ed il pronto soccorso era chiuso. Mi fu indicato l’ospedale di Portoferraio. Fatti i 17 km del caso trovai il pronto soccorso affollato, ma con mia insistenza data l’emorragia ancora non arrestata, fui subito medicato con diagnosi di lesione al tendine estensore suddetto.
Debbo dire che trovai attenzione e gentilezza; mi fu fatta un’iniezione di immunoglobuline per il tetano, un elettrocardiogramma ed un prelievo per analisi del sangue. Poi fui inviato da un ortopedico che mi mise 4 punti, fece steccare la mano e prescrisse un ricovero per il sabato successivo con operazione lunedì 28. Così feci. Per due giorni rimasi in ospedale in chirurgia generale in una stanza deserta con il tempo che non passava mai. Infermieri e personale ausiliario molto gentili assolsero alle loro mansioni di rito. Un problema venne fuori con il colloquio con l’anestesista il quale mi disse che l’ospedale non aveva il reparto di cardiologia e, quindi, perché io ho un problema di fibrillazione atriale, dovevo firmare l’assenso all’intervento conscio di tale situazione.
Tale problema mi fu ribadito dalla responsabile del reparto ortopedia, con un invito a considerare il ritorno alla mia città di residenza (La Spezia).
Aspettai comunque il Lunedì, quando passai tutta la mattinata ad aspettare il mio turno tra un’operazione e l’altra. Niente da fare! La responsabile di ortopedia mi disse che l’intervento doveva essere rimandato al venerdì 2 maggio successivo per festività e ponti.
Mi fu riproposto di tornare a Spezia; ma in tale caso avrei dovuto rifare la trafila ripassando dal pronto soccorso del nuovo ospedale ed i tendini, avevo letto, non possono aspettare tanto perché possono ritirarsi.
Dimesso subito, tornato alla casa elbana, mi ripresentai il venerdì 2 mattina ed operato, fui dimesso il pomeriggio stesso. Sabato sera ritornai di nuovo a Spezia!
Quali considerazione fare da tale esperienza (mio primo ricovero per un intervento)?
Spesso con mia moglie abbiamo pensato, negli anni scorsi, di prendere la residenza all’Elba, ma siamo sempre stati frenati anche per l’assistenza medica in caso di necessità.
Indubbiamente ho trovato buona-ottima disponibilità da parte del personale ospedaliero, specie infermieristico, ma penso che un ospedale in un’isola debba essere attrezzata con strutture idonee ad affrontare emergenze e “stabilizzare” i pazienti.
Il personale medico in chirurgia generale è, penso, carente e con una sola sala operatoria mi sembra.
L’elicottero a volte non può mettersi in volo e le navi non possono partire per il mare grosso.
Poi si dovrebbero fare i conti con i costi dei trasferimenti in elicottero.
Inoltre l’età media della popolazione sta aumentando ed i disturbi cardiocircolatori penso non siano inusuali. Poi l’estate la popolazione per lo meno triplica e le esigenze sono maggiori. Più medici ed alloggi idonei! Di cuore ne abbiamo solo uno e bastano pochi minuti di non funzionamento per compromettere la vita di una persona.
Io non ho conoscenze mediche approfondite, ma penso che l’ospedale isolano debba essere provvisto di attrezzature più idonee per le emergenze!
Comunque un grazie sentito a tutto il personale ospedaliero che mi ha assistito per la mia “bischerata”!
Giampaolo Zecchini






