Troppe ghiaie sottratte nella più elegante spiaggia dell’Isola d’Elba. Nessuno vede, nessuno interviene. Un silenzio complice che tradisce l’incuria delle Istituzioni più solerti nel multare i cittadini per i parcheggi che nel difendere il patrimonio naturale. L'allarme è risuonato ancora una volta dalle pagine di Elbareport, attraverso una cittadina preoccupata e giustamente indignata. Una segnalazione che non è nuova, ma che si fa portavoce di una preoccupazione crescente: il saccheggio continuo sulla spiaggia delle Ghiaie, rappresenta una ferita aperta nel nostro patrimonio naturale; un'emorragia silenziosa che minaccia di deturparne il simbolo.
Un furto silenzioso
E’ su questa spiaggia che si consuma soprattutto di estate, un furto silenzioso e sistematico. Non un colpo di mano isolato, non l’azione furtiva di qualche turista disattento, ma un saccheggio continuo e impunito delle pietre più particolari del nostro litorale. È la consueta estate elbana, con i suoi ombrelloni, i suoi selfie e i suoi “souvenir”: sacchetti colmi di ciottoli bianchi e variegati, strappati alla spiaggia e portati via, come se nulla fosse.
Chi osserva il fenomeno non può fare a meno di chiedersi: dove sono le autorità? Dove sono il Comune, la Capitaneria di Porto, la Guardia Costiera, i responsabili della tutela ambientale?
La spiaggia degli Argonauti
Le Ghiaie non sono solo una spiaggia: sono un simbolo, una rarità geologica, una meraviglia naturale nonché emblema archeologico degli argonauti, legata alla leggenda del “Vello d’oro”; dovrebbero essere custodite con la stessa cura riservata a un’opera d’arte. E invece? Ecco cosa accade: le ghiaie più belle, quelle bianche, levigate dal tempo e dall’acqua, punteggiate di macchie e venature nere o rosate, vengono raccolte con nonchalance sotto gli occhi indifferenti delle istituzioni. Giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, vengono portate via a chili. Bastano due conti per cogliere l’entità dello scempio: se anche solo il 10% dei frequentatori quotidiani della spiaggia prelevasse due o tre chili di ghiaie, in un’estate sparirebbero diverse tonnellate del nostro patrimonio costiero. E parliamo solo di ciò che si può stimare con cautela.
Nessuna sanzione
Eppure, non si tratta di un fenomeno invisibile. Chiunque abbia sostato mezz’ora alle Ghiaie ha visto, o almeno notato, la discreta raccolta delle ghiaie prima dell’ imbrunire, quando i bagnanti lasciano la spiaggia e la ricerca con sacchetti e zainetti diviene particolarmente qualitativa. Spesso l’atto è accompagnato da sorrisi, da spiegazioni affettuose (“le porto ai miei bambini”), o da un malcelato senso di impunità. E hanno ragione, in fondo: nessuno li fermerà. Non ci sono sanzioni, non ci sono controlli, e neppure una campagna di sensibilizzazione degna di questo nome. Gli Uffici preposti del Comune di Portoferraio si preoccupano di “promuovere il turismo sostenibile”, ma dimenticano di difendere proprio ciò che attira il turismo: la bellezza del paesaggio.
Le Ghiaie hanno bisogno di maggior rispetto. L’Elba necessita di dignità resa dalle Istituzioni presenti, vigili ed efficaci. Non silenzi complici, cartelli di divieto mancanti, non occhi voltati altrove, solo così anche i singoli cittadini possono garbatamente far presente del divieto a chi lo ignora. Perché quando la bellezza scompare, non si può più tornare indietro.
Alberto Zei






