Bella la storia delle due torri di Marciana Marina raccontata da Tatiana Segnini. Purtroppo la storia di oggi è meno bella.
Sulla mappa marittima l’area portuale di Marciana Marina si estende dalla Torre degli Appiani al molo del Pesce, raggiunge gli scali Mazzini e arriva a sfiorare il borgo del Cotone, in pratica quasi tutto il lungomare. Dove a norma la balneazione dovrebbe essere proibita, viceversa viene tollerata dal Comune sebbene sia titolare delle regole di accesso alle spiagge e delle concessioni per il noleggio dei sempre più costosi ombrelloni e lettini.
Alla sinistra del molo/moletto del Pesce in una zona di acque da stare sul chi vive per il rischio inquinamento, soprattutto perché la marina soffre della annosa mancanza di un efficiente depuratore, è diventata l’attrattiva balneare più ambita della stagione la spiaggia sabbiosa del Capitanino, nata e cresciuta per un giro di correnti dentro il porto,ingranditosi nel corso degli anni.
Nella spiaggia ogni anno più grande e più invitante, sembrano una canzonatura i cartelli comunali titolati “Arenile usufruibile ai soli fini elioterapici”, in parole povere solo per l’abbronzatura. Non solo sono ignorati, ma non li fa rispettare nessuno. Cosicché i bagnanti continuano a tuffarsi spensierati certi della loro immunità dalle sanzioni. Per di più, non è garantita alcuna tutela della salute e della igiene pubblica in particolare per i bambini a rischio di impetigine, un’infezione batterica della pelle molto contagiosa.
Nonostante le misure portuali di sicurezza resta alto il pericolo per i vacanzieri di infortuni nuotando in area trafficata dai natanti con particolare intensità nel colmo dell’estate.
Nel cuore dei suoi abitanti e di tanti affezionati frequentatori, persino con le stellette della bandiera blu per le vere spiagge come la Fenicia e per l’approdo turistico, il borgo non merita questa brutta figura.
Romano Bartoloni






