Cinque nubifragi nel 2025 hanno colpito l'isola e sono stati segnalati dal Consorzio Lamma: 13 febbraio con 65 mm di pioggia caduta al suolo, 13 luglio circa 69 mm, 20 agosto 59 mm, 21 agosto con 56 e il 9 settembre sono stati 86 i millimetri di pioggia, tutti misurati dalla stazione meteo di Portoferraio. Ormai è tempo di agire con una forte azione di prevenzione, stante il clima impazzito per cercare di non essere colti di sorpresa.
Risultano allora utili i consigli forniti da due esperti, vale a dire l’architetta Cristiana Rossetti, specializzata in Bioarchitettura e il geologo ambientale Alessandro Damiani, titolari dello Studio Arpageo. Quest'ultimo intanto ricorda le conseguenze dell'eccesivo riscaldamento dell'ambiente: “L’aumento delle temperature comporta il riscaldamento dei mari, per cui s'incrementa la quantità del vapore acqueo in atmosfera. A contatto con le masse di aria fredda si condensa, determinando eventi meteo estremi con grandi piogge che cadono in poche ore".
E cosa possono fare i cittadini e le istituzioni per proteggersi? "Intanto, - precisa il geologo- informare spesso sui georischi del territorio isolano e sui comportamenti da adottare nelle emergenze. Ad esempio, quanti cittadini conoscono il Piano Protezionale civile del proprio Comune? Vanno appresi i principali rischi per potersi preparare ad affrontarli per la propria incolumità”.
E lo studioso di scienze della terra ne ricorda i principali: salire ai piani alti in caso di allerta arancio/rossa, chiudere il gas in caso di alluvione, preparare un piccolo kit d’emergenza da tenere sempre a portata di mano, non bere l'acqua del rubinetto nei giorni successivi ad un evento alluvionale per evitare eventuali inquinamenti, ascoltare le comunicazioni ufficiali. Non andare nei locali interrati per portare l’auto in salvo, non attraversare i sottopassi”. Damiani poi evidenzia i compiti delle istituzioni.
"Realizzare interventi strutturali per diminuire il livello di rischio, come costruire casse di laminazione, canali scolmatori, reti fognarie resilienti, fare manutenzioni costanti e adeguamenti del reticolo idrografico, rinaturalizzare le città applicando il depaving (sostituzione di aree cementate/asfaltate con aree verdi permeabili secondo il concetto delle “città spugna”) o realizzare le Tiny Forest, cioè piccole “foreste” nel tessuto urbano delle grandi città.
Ridurre il consumo di suolo, attuare un'adeguata pianificazione del territorio ed altro ancora".
E passiamo all'architetta Rossetti che chiarisce il rapporto tra riscaldamento globale e il clima interno delle case: "L'umidità è spesso un problema più grave del caldo: favorisce muffe, acari e degrado delle strutture, per cui il ricambio d’aria e l’ingresso della luce naturale, sono le soluzioni più semplici da adottare. Si dovrebbero progettare i nuovi edifici secondo i principi della bioclimatica, analizzando l’esposizione del fabbricato e il clima locale per migliorare il comfort. Ad esempio utilizzare schermature solari in materiale naturale, come persiane, frangisole o pergolati in legno, con rampicanti naturali e coperture verdi. Progettare sistemi di ventilazione naturale o muri di accumulo termico; ad esempio le antiche case in granito di San Piero e Sant’Ilario, grazie all’elevato spessore dei muri massivi, garantiscono ancora oggi il comfort interno, vista la loro inerzia termica che ritarda l’ingresso del calore. Va verificata la presenza di inquinanti interni ai locali, tra cui i composti organici volatili, sostanze chimiche emesse da vernici, colle, detergenti e l'eventuale presenza di radon, che proviene principalmente dal sottosuolo. La sola aerazione dei locali può aiutare a ridurli, ma non è sufficiente ad eliminarli. Le soluzioni vanno progettate caso per caso.”
L'esperta conclude ribadendo che: "Sono emerse problematiche negli edifici recentemente riqualificati con il Superbonus 110%: non sempre al miglioramento dell’isolamento, fatto coi cappotti e nuovi serramenti, è stata associata una corretta progettazione della ventilazione meccanica controllata, con conseguente insorgenza di muffe e riduzione del comfort e della salubrità interna.”
Stefano Bramanti







