Inizio queste riflessioni con il titolo dell’articolo comparso su diverse testate locali e nazionali, su un tema scottante anche per l’Isola d’Elba.
“Uomo cade in una buca e muore dopo l’incidente in bici: ex sindaco di Collegno e il dirigente del Comune accusati di omicidio stradale.”
Il processo di primo grado è appena iniziato e non sta certo a me valutare la colpevolezza o meno degli imputati; lasciamo questo gravoso compito ai soggetti ai quali istituzionalmente spetta.
Ma se leggiamo quanto scritto dalla Procura emerge che, “per negligenza e imperizia”, gli imputati “omettevano la manutenzione e il controllo tecnico delle strade”. Più avanti si legge inoltre che l’amministrazione comunale, non si occupava nemmeno di apporre correttamente cartelli che segnalassero i pericoli, nonostante vi fossero buche larghe fino a 12 centimetri e profonde fino a cinque.
Queste cose sappiamo accadono in molte città, ma tutti noi abbiamo in mente lo stato di tantissime strade provinciali dell’Isola, con buche e rigonfiamenti dati dalle radici degli alberi, e di molte strade di Portoferraio.
Sono state chiuse alcune buche nel centro storico solo dopo anni di incuria e tantissime lamentele; in una via della “zona alta” vi è ancora lo scavo fatto per porre la fibra ottica (era l’anno prima del COVID) mal richiuso e mai asfaltato. Ogni anno lo scavo si corrode un pochino di più, creando un effetto rotaia mortale peggiore di quelle dei tram delle città. Un vero pericolo per ciclisti e motociclisti.
Come già detto non sta noi a giudicare se un sindaco ed un dirigente comunale siano direttamente responsabili, e quindi penalmente perseguibili, per le buche che, a onor del vero, sono sempre state lasciate dalla amministrazione precedente. Certo, il più delle volte è così, ma allora dovremmo dire che all’Elba esistevano buone strade solo ai tempi dei Medici e di Napoleone, che le hanno costruite.
Forse questa notizia potrebbe essere un monito per tutti. Un sollecito ai cittadini perché non smettano mai di segnalare questi problemi a chi di dovere, a costo di diventare un po’ molesti, e per gli amministratori “in carica” perché mantengano fede alla propria missione, di rendere le città più vivibili e sicure… magari non con le armi ma con un po’ di asfalto.
Sperando vivamente che non ci scappi il morto anche qui!
Giorgio Sordelli






