Dalla farina versata a sacchi nelle impastatrici alla vendita al pubblico è una frenetica corsa contro il tempo fatta di gesti sperimentati e sempre uguali negli anni da quando bambine già con la maglietta intrisa di sudore dal caldo del forno la loro mamma le portava con sé in negozio dove le ha cullate, accudite e fatte giocare con bambole non di pezza ma di impasto di pane appositamente lavorato e cotto da loro Babbo da generazioni panificatori.
Sono nate già "panettiere" le tre sorelline Elena, Alice e Francesca. Due hanno messo su famiglia mentre l'altra sorridente sembra dire a se stessa che non c'è tempo per l'amore e la famiglia anche perché nessuno compagno accetterebbe che si allontanasse nel pieno della notte per andare a preparare lieviti impasti e macchinari. Le tre ragazze si trovano, con gli occhi gonfi di sonno, verso le 2,30 del mattino e dopo un veloce caffè iniziano in maniera cadenzata e precisa a preparare quell'alimento il "pane" che dopo qualche ora estenderà il profumo di pane caldo in Carpani che si sveglierà già pregustando la fragranza di quelle pagnotte appena sfornate.
Nell'arco della notte le vediamo dosare, pesare, versare sacchi di farina pesanti 25 kg. nell'impastatrice, le vediamo contare e confrontare tutto a memoria più con l'esperienza che con la bilancia. Appesa a una parete c'è la lista delle varietà di pane da preparare e la presunta quantità. Nella notte l'attività è febbrile la velocità di esecuzione è al massimo e non manca certo qualche screzio o parolona grossa ma tutto poi rientra con un sorriso e con una asciugata di sudore perché la lievitazione e il forno non permettono altre distrazioni. Si avvicina l'ora di infornare e con grande forza quelle che sembrano gracili ragazze rovesciano un enorme blob di impasto sul piano di lavoro dove lo dividono, lo strizzano, lo tagliano per dare forma a mano quelle che diventeranno bollati, zoccoletti, pane a fette, francesini, ciambelle, ecc. e per cominciare a mettere nelle teglie già oleate le pizze condite in mille modi e improntare con i polpastrelli la schiaccia bianca e al mais orgoglio di Carpani.
Albeggia, già qualche cliente sbircia attraverso le maglie della serranda impaziente di fare colazione con un buon pezzo di pane caldo con su qualche goccia di olio di oliva Elbano. All'arrivo delle due collaboratrici di banco, Giovanna e Rosetta la vendita ha inizio e molti clienti alla vista di quanto esposto tra varietà di pane, di schiacce e di pizze, restano indecisi su cosa ordinare.
A tardi mattinata ultimate le pulizie e le preparazioni per la notte successiva le tre ragazze "panettiere" visibilmente stanche ma curate nella persona, vanno ad iniziare il faticoso lavoro di casa e di mamme anche se non sdegnano qualche ora di sonno.
Queste giovani imprenditrici, come altre e altri giovani lavorano senza sosta con volontà e silenzio vanno incentivate e protette nella loro artigianalità perché la loro Azienda o il loro lavoro è la fonte di vita e una cultura da non perdere.