Caro Sergio, te ne sei andato, discretamente, come era nel tuo carattere, in una tiepida giornata di maggio.
Quando mi ha colto di sorpresa l'annuncio di Luisa ero quasi incredula, come se questo passaggio non fosse possibile, nonostante la lunga malattia che ti ha colpito da molti anni. Tu l'avevi affrontata coraggiosamente la tua malattia, scherzandoci a volte, come era nella tua indole gioiosa e allegra.
E all'improvviso un’ ondata di ricordi ha affollato la mia mente e il mio cuore quando, con Italo, godevamo dei ghiotti spaghetti cucinati con passione e amore da Luisa conversando di arte e di vita “al fosso di Riondo”, come ti piaceva definire la tua casa affacciata sul porto canale, accanto alla tua “bottega”.
Eri un grande lavoratore, avevi saputo creare una bella impresa dal nulla con immenso lavoro e fatica, allevando una figlia che degnamente porta avanti il tuo operato assieme al suo splendido marito e ad un manipolo di bravi collaboratori.
Quante conversazioni con Italo, che non consideravi solo il tuo ex professore, ma un grande amico, un fratello maggiore con il quale amavi passare ore serene domenicali in amabile compagnia, nel tuo salotto all'aperto, sotto il pergolato, circondato dal nipotino Federico, dalle tue tartarughe e dal possente Dagoberto, il cagnolone che non ti lasciava mai.
E Italo, che non amava fare ritratti, te ne fece uno con grande amicizia perché tu ci tenevi tanto e lo avevi posto nella tua stanza speciale dove conservavi i ricordi più belli.
Ciao Sergio, grande amico sensibile e generoso, che mi avevi accolto con tanta simpatia molti anni orsono, facendomi partecipe del tuo mondo di grande lavoratore ma anche di grande amico del bello: con te se ne va un altro pezzo della mia vita con Italo.
Chissà che lassù, nel blu degli spazi infiniti, tu non ti ritrovi a ragionare ancora di arte e di vita con Italo, sorseggiando un bicchiere di vino buono…
Buon viaggio, caro Sergio, buon viaggio, con tanto affetto.
Alessandra Ribaldone