Anche quest’anno, forte del successo riscosso dalle precedenti edizioni degli anni passati e grazie alla fondamentale ospitalità offerta dal Comune di Capoliveri che sostiene l’iniziativa, l’Istituto Studi di Buddhismo Tibetano di Milano Ghe Pel Ling porta ancora una volta i monaci tibetani a Capoliveri per la costruzione di un Mandala di sabbia della pace.
Quest’anno protagonisti dell’iniziativa volta a raccogliere fondi per il mantenimento delle strutture monastiche e delle scuole residenziali ricostruite dagli esuli tibetani nel sud dell’India, sono i monaci tibetani del Washul Mentsen provenienti dal monastero di Drepung Gomang nello stato del Karnataka nel Sud dell’India. Il tour dei monaci si svolge inoltre nel contesto delle celebrazioni internazionali per il 90esimo compleanno di Sua Santità il Dalai Lama.
I monaci oltre a realizzare un Mandala di sabbia colorata, presso la sala degli anziani in Piazza Matteotti (vicino al bar Controvento a Capoliveri), risultato di un lungo e meticoloso lavoro - una delle più alte espressioni spirituali e artistiche della tradizione buddhista – e al tradizionale mercatino di artigianato, celebreranno “Puje” (cerimonie rituali) e daranno benedizioni a chiunque ne fosse interessato.
Inoltre, sarà anche organizzato un momento di benedizione dedicato agli animali da compagnia che si terrà alle Terme di San Giovanni a Portoferraio, e una conferenza sulla resilienza del popolo tibetano accompagnata dalla mostra fotografica itinerante sulla vita e gli impegni principali di Sua Santità il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso alla Fondazione Bolano a Portoferraio.
Di seguito un elenco delle attività che faranno da cornice alla realizzazione del Mandala:
Martedì 2 Settembre - Ore 18:30
Cerimonia di purificazione del luogo ove verrà realizzato il Mandala e inizio della sua costruzione - presso Sala degli anziani in Piazza Matteotti a Capoliveri.
Giovedì 4 Settembre - Ore 18:00
“Dal tetto del mondo alle pianure dell’India” - Incontro sulla resilienza del popolo tibetano raccontata da Namgyal Tsering, presidente della Comunità tibetana in Italia, e dal monaco Dhondup
Tsering, laureato presso l’università monastica di Drepung situato nel sud dell’India. Una testimonianza diretta della situazione del Tibet a 70 anni circa dall’occupazione cinese e delle sue ripercussioni a livello globale - presso Open Air Museum Italo Bolano - Fondazione Italo Bolano, Via Scotto 14 a Portoferraio tel. 338 699 6406
Venerdì 5 Settembre - Ore 18.30
Giornata dedicata agli amici animali: benedizione degli animali da compagnia di qualsiasi tipo siano - presso le “Terme San Giovanni” a Portoferraio.
Sabato 6 Settembre - Ore 22.00
La dissoluzione del mandala: un momento molto emozionante e denso di significato, una suggestiva cerimonia finale che ha lo scopo di ricordare a noi tutti la natura transitoria della realtà e della nostra stessa vita.
Una parte della sabbia benedetta sarà distribuita tra i partecipanti e la rimanente sarà in seguito dispersa in mare per benedire tutti gli esseri marini.
Si ritiene che i mandala agiscano come mezzo di purificazione e guarigione e che assistere alla loro costruzione sia una fonte di benedizioni. Inoltre, portano pace e armonia nel luogo in cui vengono creati – la cerimonia avrà luogo davanti alla sala degli anziani in Piazza Matteotti a Capoliveri (vicino al Bar Controvento).
Nel corso delle giornate dedicate all’iniziativa sarà possibile incontrare i monaci e i rappresentanti del Ghe Pel Ling che saranno lieti di rispondere a domande e curiosità relative alla cultura tibetana in un’ottica di approfondimento e scambio che va al di là del rapporto fideistico perché non è necessario essere buddisti per godere dell’arricchimento che questo genere di opportunità può offrire a tutti noi. Vi aspettiamo numerosi!
Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - tel. 3292511929
L'evento è organizzato in collaborazione con la Comunità Tibetana in Italia Onlus e con la Fondazione Italo Bolano. Si ringraziano “Le Terme San Giovanni” per l’ospitalità.
IL MANDALA
Il Mandala rappresenta una delle più alte espressioni spirituali, oltreché artistiche, della tradizione buddhista. È il risultato di un lungo e meticoloso lavoro, che può durare giorni, da parte di monaci specializzati e autorizzati nello svolgimento di tale pratica.
La creazione del Mandala consiste nel realizzare un disegno di sofisticata bellezza, dalla valenza spirituale, seguendo linee precedentemente tracciate su una grande superficie geometrica, entro cui si inscrive una circonferenza. Letteralmente, infatti, in sanscrito, il termine Mandala sta a significare “cerchio”, che nella sua accezione religiosa va a indicare uno spazio, geometrico e sacro, entro cui è circoscritta una divinità con il suo relativo lignaggio di appartenenza. Si tratta di uno spazio all’interno del quale sono descritti i nessi sottili fra l'uomo e l'universo, vale a dire il collegamento fra l’uomo e il Buddha, che risiede al centro, pervadendo tutte le direzioni con la sua natura illuminata.
La pratica di costruzione di un Mandala è generalmente eseguita da un gruppo di monaci attraverso l’uso di cannucce d’acciaio, che con millimetrica precisione versano su una superficie di base finissima sabbie colorate, cui si aggiungono talvolta polveri di erbe e fiori o frammenti di pietre colorate. Nell’antichità venivano utilizzate anche gemme e pietre preziose, come il lapislazzuli o il rubino.
L’iconografia tradizionale de Mandala è articolata e complessa. Studiarla richiede una profonda applicazione e l’autorizzazione speciale da parte di un Maestro. Si tratta della proiezione su un piano bidimensionale di un palazzo a pianta quadrata, posto al centro dello schema, preceduto da una fitta sequenza di tracciati geometrici, attraverso i quali, gradualmente, si potrà avere accesso. Solo mediante tale percorso si raggiungerà il cuore del Mandala, protetto da una serie di porte e di mura che terranno lontano chi ancora non è stato iniziato nell’affrontare il percorso, e che invece verranno oltrepassate da chi è autorizzato ad addentrarsi in un diagramma progressivamente più segreto.
I monaci lavorano alla composizione per più giorni di seguito e quando il mandala è completo, viene distrutto dai suoi stessi autori, per ricordare a noi tutti la natura transitoria della realtà e della nostra stessa vita. Un momento, quello della distruzione, molto emozionante e denso di significato. Le sabbie vengono poi disperse nel corso d’acqua più vicino.
Si ritiene che il Mandala agisca anche come mezzo di purificazione e guarigione, e che assistere alla sua costruzione sia una fonte di benedizioni.
Inoltre, i Mandala vengono creati anche allo scopo di portare pace e armonia nel luogo in cui vengono costruiti.
LA PUJA
Puja è una parola sanscrita che significa "offerta" ed è comunemente usata per indicare una cerimonia rituale nel corso della quale i monaci cantano preghiere ed eseguono rituali specifici per il tipo di preghiera offerta. Le preghiere sono rivolte a Buddha, bodhisattva e divinità. Il loro scopo principale è superare la negatività che può essere un ostacolo per ottenere la liberazione dalla sofferenza e promuovere il benessere spirituale, emotivo, mentale e fisico.
Tali preghiere possono essere destinate, a titolo di esempio, alla benedizione della casa, al benessere personale o famigliare, alle anime di coloro che hanno lasciato questo mondo (compresi gli animali), al superamento di ostacoli karmici, alla purificazione dell'energia negativa di uno specifico ambiente, alla pace nel mondo, alla guarigione, all’ottenimento della sicurezza economica, alla crescita spirituale.
Le preghiere vengono recitate attraverso il tradizionale canto armonico (ogni monaco canta un accordo completo di tre note). Le preghiere sono spesso accompagnate da gesti simbolici delle mani (mudra), e dal suono di cimbali, tamburi, corni e flauti.
La Puja può essere eseguita in qualsiasi situazione perché solo raramente richiede condizioni specifiche di preparazione.
I MONACI DEL MONASTERO DI DREPUNG GOMANG
Drepung è stata la più grande università monastica del Tibet, situata appena fuori la capitale, Lhasa. Soprannominata “mucchio di riso” per la sua caratteristica architettura che si articola in un insieme disseminato di costruzioni di colore bianco, questo prestigioso monastero venne fondato nel 1416 da Jamyang Chojey, discepolo dell’importante maestro Je Tsongkhapa, fondatore della scuola Gelug. Il monastero custodiva un tempo numerosi ed eccezionali tesori, fra cui testi e statue, di cui purtroppo oggi resta solo una minima parte, a causa delle devastazioni dovute all’occupazione cinese. Al suo interno vivevano migliaia di monaci, molti dei quali costretti alla fuga dal regime. Da alcuni anni, i monaci sono tornati ad abitare il monastero, che è stato parzialmente restaurato.
Come gli altri principali monasteri tibetani (Ganden, Sera e Tashi Lunpo), anche il monastero di Drepung è stato ristabilito dagli esuli tibetani nel Sud dell’India e oggi ospita più di tremila monaci impegnati a mantener viva la millenaria tradizione culturale e spirituale del buddismo tibetano.
All’interno del Monastero i monaci sono organizzati in gruppi (Khamtsen) secondo la loro zona di provenienza dal Tibet. I monaci ospiti dell’Istituto fanno parte del Washul Mentsen, il gruppo di appartenenza della guida spirituale del Ghe Pel Ling, il Ven.
Thamthog Rinpoche Ghe Pel Ling
Il Ghe Pel Ling è un Istituto Studi di Buddhismo Tibetano, socio fondatore dell’Unione Buddhista Italiana, che agisce nell’area metropolitana milanese dal 1978. Le attività dell’Istituto mirano soprattutto a promuovere lo studio e la pratica dell’insegnamento del Buddha attraverso l’educazione e la trasformazione della mente.
L’insegnamento viene trasmesso sia nella forma tradizionale, sia tramite l’approccio diretto con l’esperienza del Maestro, secondo un metodo comparato e adattato alla realtà culturale dell’Occidente.
In questi anni l’Istituto ha organizzato, a tal proposito, numerosi seminari, conferenze, dibattiti, ritiri di meditazione e cerimonie tipiche del Buddhismo Mahayana.
La Guida spirituale è il Ven. Thamthog Rinpoche che dal 2009 è stato nominato da Sua Santità il Dalai Lama abate del Monastero di Namgyal (il monastero personale del Dalai Lama) a Dharamshala in India.
Fra gli scopi dell’Istituto Ghe Pel Ling, in accordo alla motivazione altruista Mahayana, vi sono i progetti di solidarietà. L’Istituto ha realizzato nel corso degli anni numerosi e importanti progetti di solidarietà e sviluppo per il popolo tibetano, e contribuisce costantemente al loro mantenimento, agevolando lo studio di giovani monaci e sostenendo le attività dei monasteri in diverse parti dell’India.
Per informazioni:
Ghe Pel Ling – Istituto Studi di Buddismo Tibetano
Via Euclide, 17, 20128 Milano - +39 0270018074 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.






