Leggo l’articolo sul cosiddetto "overtourism" e mi sembra che manchi completamente un punto di vista fondamentale: quello di una famiglia residente normale, non di chi osserva l’isola come un albergo da riempire.
Qui non si parla di “fastidio” o di “simpatia per i turisti”. Qui si parla della vita quotidiana di chi deve vivere tutto l’anno all’Elba, crescere figli, lavorare, muoversi, curarsi, rispettare orari. Per una famiglia residente, “troppo” esiste eccome. Quando per accompagnare un figlio a scuola servono 40 minuti per fare 5 km, quando non trovi un parcheggio neppure davanti al pediatra, quando il traffico blocca ambulanze e servizi essenziali, il problema non è filosofico: è pratico, concreto, quotidiano.
Il turismo porta lavoro solo ad alcuni, e solo per pochi mesi. Alle famiglie porta soprattutto costi, attese, difficoltà e prezzi gonfiati tutto l’anno. La pressione sull’ambiente dura 10 mesi. – Gli affitti sono diventati inavvicinabili anche d’inverno. I supermercati hanno prezzi “da stagione” costanti.
I residenti devono adattarsi ai ritmi dell’isola “resort”, non viceversa. Una famiglia non vive solo luglio e agosto: vive 365 giorni, con costi crescenti e servizi che non migliorano. I servizi non funzionano perché il carico è insostenibile. È inutile separare i due problemi: sono la stessa cosa.
Una famiglia non può permettersi la teoria: vede che d’estate saltano i trasporti, si allungano le liste d’attesa, gli spostamenti diventano impossibili, i tempi di soccorso si dilatano. Non esiste un modello in cui si triplica la popolazione senza potenziare nulla e poi ci si stupisce se “i servizi non sono all’altezza”.
Una famiglia non pretende miracoli urbanistici. Pretende scelte. Pretende che gli spazi non vengano ceduti solo al turista, ai dehors, ai bus turistici, alle auto a noleggio. Ogni decisione degli ultimi anni è andata nella direzione opposta: più caos, più concentrazione, più incassi estivi, meno vivibilità per i residenti.
Ma allora si abbia il coraggio di dire la verità: il lavoro stagionale non dà stabilità alle famiglie. Non ci fai un mutuo, non ci programmi un futuro, non ci cresci dei figli. Dire “possono andare a lavorare sulle piste da sci” è offensivo: significa non capire la realtà di chi ha casa, figli, genitori anziani qui.
Roberto P.






