Il problema di Portoferraio ossia Mortoferraio viene da lontano, da quando qualcuno ha deciso che la città si tramutasse in "bevitoria e mangiatoria", senza che l'amministrazione mettesse un freno e il paese diventasse anche una discoteca a cielo aperto dove tutti strimpellavano alla Solfami.
Il tessuto economico del centro storico è povero e sterile, esistono solo bar, gelaterie, ristoranti, pasticcerie, pizzerie, bistrot che occupano, tutti nessuno escluso, vie e piazze con sedie e tavoli, sottraendo spazi al vivere sociale ed ad altre attività e nascondendo anche le pietre rosee vanto della nostra città.
Ma è proprio necessaria la pedana? Si lamentano anche i turisti perché non c'è niente in città al confronto di altri piccoli borghi storici, anche isolani se proprio non vogliamo spostarci sulla costa... andate a Suvereto e vedete cosa organizzano durante l'anno.
Quando chiude un'attività diversa, a Portoferraio subito viene tramutata in mangiatoria o bevitoria... e il problema che non lo denuncio solo io, è lamentela costante dei turisti!
E la colpa non è stata solo di talune amministrazioni e soggetti vari, ma anche dei portoferraiesi in generale: il nostro non è mai stato popolo coeso ma diviso, abituato a criticare e non a fare, per gene storico.
Non ci sono iniziative storiche, cancellate completamente nei secoli, e basterebbe poco, ripristinare almeno quelle più semplici. I gadget locali, quei generi che il turista cerca ma che sono inesistenti... lo dico da anni e siamo nel 2025 e ci sono sempre le solite paccottiglie cinesi.
Basterebbe ricercare, basterebbe uno spirito diverso di gruppo e non di guerra, basterebbe guardare il passato e un "gruppo di lavoro serio e volenteroso"...ma sia mai toccare periodi diversi da quello napoleonico.
Faccio un esempio banale per far capire quanto si è perso anche in iniziative locali: la storica festa di San Giovanni.
Ma già meglio nasconderlo nel tabernacolo per sempre, simbolo e festa dei Medici. Stesso destino per tutte le altre feste che un tempo si facevano, e che creavano spirito di aggregazione che c'è nei paesi della Toscana, ma manca completamente ai portoferraiesi, perché si è estinto con chi aveva la passione per queste cose, e non pensava prima al cibo e al bere ma alla festa in sé.
Per capirsi se crei una manifestazione di spessore, la gente viene anche in inverno.
Non esiste un incentivo a mettere attività diverse, artigianali ad esempio, il famoso negozio di generi alimentari in centro storico resterà nell'immaginario, e non so se qualcuno ci ha fatto caso, forse ha il diabete, ma ci sono più panifici! Basterebbe un bando con uno sgravio sull'imu, sulla spazzatura ad esempio, per ripopolare la città con attività diverse, esplicitamente indicando la non conversione dell'attività per un periodo concruo di 5 anni.
Il male se lo fa chi non capisce che d'estate i tavoli li puoi anche riempire cucinando anche male. Non si pensa sopratutto neppure a chi ci abita tutto l'anno perché non si debbono fare feste estive e solo per i turisti per riempire i locali.
E poi i prezzi elbani che sono fuori mercato, con un margine di guadagno forse 3 volte superiore del continente e materiale altamente scadente, spingono i più a comprare on line, anche perché diciamolocelo chiaramente, quando cerchi qualcosa di particolare qui non lo trovi e neanche si sforzano di ordinartelo.
Concludo con il cibo, con operatori che lavorano spacciando per piatti eccelsi, da novelli Cracco, preparazionio che sono in parte surgelati esteri venduti per locali, e spesso nel menù neppure l'asterisco... questo perché il gene del traccone è innato in certi del popolo ferajese. E mai si cambierà.
Agnese






