Mario Draghi è l’incarnazione di un altro archetipo di italiano: il tecnico di alto livello, nuovo in politica e onesto. Le competenze tecniche dell’ex presidente della BCE sono innegabili, e sono utili in questo momento nel quale i 209 miliardi di euro del piano di rilancio europeo offre a tutti noi l’occasione storica di correggere le diverse debolezze strutturali. L’Italia politica del manuale Cencelli, dell’appartenenza politica di quello o di quell’altro, viene messa in soffitta e sostituita dalla competenza, dal merito, dal valore, dall’esperienza, dalla fatica individuale.
La crisi che ha portato Mario Draghi al potere è un affare politico, non una crisi finanziaria dove i creditori ci mettono all’angolo; in questo momento non dobbiamo rientrare dal debito, non siamo sotto default, la rimessa in ordine delle finanze pubbliche non è una priorità. E’ stato scelto per le sue qualità politiche di cui ha dato prova durante la presidenza della BCE, dove ha operato con successo per salvare l’euro nel 2011. Il suo è un governo politico, non tecnico in senso stretto, dove la condotta degli affari pubblici non è più una sorta di bilancino, tra le forze antisistema, da una parte, e una corrente tecnocratica senza legittimità democratica, dall’altra.
Il Paese nel dopo pandemia di Covid-19 ha bisogno di un leader e chiede a Mario Draghi di fare delle scelte, dopo avere consultato i partiti che compongono il suo governo, ma fare la scelta giusta non è mai facile, soprattutto per un leader che deve raggiungere obiettivi politici ed economici prefissati, dall’altro rappresentare un punto di riferimento per tutto il Paese. Un buon leader non dovrebbe mai cercare l’approvazione altrui, si è soli quando si è al comando.
Mario Draghi non è di destra o di sinistra, lui stesso si è definito un socialista liberale, che non propende per gli estremi. Nel suo passato ha lavorato con governi che andavano dalla Dc di Giulio Andreotti a centrosinistra e centrodestra. Nel suo discorso di accettazione del mandato ha elencato quattro priorità per l’Italia: vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, dare risposte ai problemi dei cittadini e rilanciare il Paese con il PNRR. Sta portando avanti le riforme che ci chiede l’Europa: catasto, pensioni, Iva, giustizia, che l’Italia dove fare tassativamente per ottenere gli aiuti europei. In politica estera ha ricordato che l’Italia appartiene all’Unione Europea, alla Nato, alle Nazioni Unite, un trittico che ha rassicurato i nostri alleati di Washington, Bruxelles, Parigi e Berlino.
”Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato”, la frase di Andreatta che ha citato ultimamente. Mario Draghi, l’uomo forte di cui l’Italia non ha paura.
Enzo Sossi






