Siamo in piena estate, dopo due anni di pandemia sentiamo il bisogno di goderci le meritate vacanze. Tra qualche giorno è Ferragosto e il Belpaese si prende una pausa. Non penso che molti siano incuriositi al Premier ungherese Viktor Orban mentre sono al mare o in montagna. Forse sarebbe stato favorevole rimandare a settembre, ma viviamo tempi singolari con le elezioni politiche anticipate alle porte e la campagna elettorale in piena estate, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana. Quindi…
In un’era precedente, i conservatori europei avrebbero potuto agitarsi per fare cadere lo pseudo autocrate ungherese Viktor Orban. Oggi esaltano il nazionalista populista di estrema destra come profeta ideologico. Per i conservatori populisti, Budapest è la nuova Roma e Viktor Orban il loro riferimento politico. Il Premier ungherese recentemente ha affermato che gli europei non volevano mescolarsi con persone al di fuori del continente: “Questo è il motivo per cui abbiamo sempre combattuto, siamo disposti a mescolarci gli uni con gli altri, ma non vogliamo diventare popoli di razza mista”, avvertendo anche che la civiltà islamica era in marcia verso l’Europa. Orban usa opinioni estreme sull’immigrazione come strumento di potere politico, alimentando le paure degli estranei e condannando i gesti antirazzisti. Accusa le élite europee di usare l’immigrazione per rovesciare l’importanza culturale e politica dei bianchi in Occidente. Il primato di Orban di schiacciare la libertà di stampa, inimicarsi i leader europei e rendere più difficile il voto per le persone lo rende attraente agli occhi dell’ex presidente americano Donald Trump. Viktor Orban, tuttavia, ha un’opinione tranchant sulle sanzioni economiche dell’Unione Europea alla Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Ritiene siano sconsiderate, evidenziando come, in caso di mancato ritiro, vi sia il rischio di distruggere l’economia europea. I continui distinguo di Orban sulle sanzioni ha fatto emergere la convinzione tra i conservatori europei tradizionali di essere “amico” di Putin causando il loro disappunto, dei commentatori dei media centristi, dei leader europei e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen che temono si stia trasformando in una forza estremista radicale. Solo un altro perfetto abbinamento con le tattiche preferite di usare l’indignazione degli altri come fonte di energia inesauribile per un’autoradicalizzazione sempre più estrema.
In conclusione, dopo la Brexit con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, forse in un prossimo futuro dovremmo assistere anche a quello dell’Ungheria di Viktor Orban?
Enzo Sossi






