Prendiamo atto della decisione di spostare la manifestazione prevista il 02 Nov al Comune di Campo nell’Elba. Comprendiamo bene le vostre motivazioni e le preoccupazioni della popolazione di Campo. Accettiamo e aspettiamo con fiducia di condividere un’altra data.
La nostra presenza al Comune di Campo non era destinata a glorificare i soldati senegalesi/africani caduti, anche se loro malgrado, nell’Isola d’Elba.
Non consideriamo eroe nessun soldato di nessun conflitto armato passato o presente. Tuttavia, Elba e il mondo intero hanno subito fatto pace con i tedeschi che avevano scatenato quest’immane ed ingiustificabile tragedia. Tutti discendenti dei popoli coinvolti nella catastrofe disumana della Seconda Guerra Mondiale hanno sempre potuto pregare nei sacrari dei loro caduti: inglesi, americani, tedeschi, francesi, italiani, gli europei e gli americani in generale, le vittime e i carnefici con la pelle bianca. Pérché escludere i discendenti dei senegalesi d’Italia dopo 70 anni ?
Più di sessantamila soldati senegalesi sono stati uccisi in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale a nome della liberazione dell’Europa dall’invasione nazista. I figli dell’Africa del Nord (più di ottantamila caduti) e del Sud Sahara hanno pagato un prezzo di sangue molto alto che l’Europa liberata non ha mai voluto riconoscere, che la storiografia ufficiale ha rilegato nell’oblio e che le popolazioni attuali ignorano.
Ma come avete giustamente evidenziato, noi ci siamo mossi in un spirito di fratellanza ma soprattutto di pace di riconciliazione e di alleanza di civiltà.
Abbracciamo l’art. 11 della Costituzione della Repubblica italiana che ripudia la guerra e inoltre arriviamo da un paese il Senegal che, dal giorno del 1960 in cui ha conquistato la sua indipendenza dal colonizzatore, incita i suoi abitanti a promuovere la pace universale, il rispetto e il dialogo tra i popoli, le culture e le religioni di tutto il mondo.
Non abbiamo voluto coinvolgere le autorità politiche e diplomatiche dei nostri paesi di origine perché vogliamo mettere in evidenza la nostra appartenenza e la nostra lealtà alla Repubblica Italiana con il nostro dovere di memoria. Noi dell’ “Union des Senegalais de l'Exterieur”, e tutti gli altri promotori dell’iniziativa, viviamo in Italia da decenni, c’è chi è diventato cittadino italiano e addirittura, tanti sono diretti discendenti (figli o nipoti) dei soldati coloniali costretti dal colonizzatore a combattere le sue guerre in Europa e nel mondo.
Attualmente, tanti italiani e italiane sono sposati o sposate con cittadini o cittadine senegalesi e di fatto i figli nati da queste unioni sono cittadini italiani.
Ormai noi apparteniamo sia alla cultura senegalese sia a quella italiana. Vogliamo affrontare una vicenda molto drammatica della Seconda Guerra Mondiale che ci coinvolge e ci appartiene in tanti modi, siamo contemporaneamente senegalesi e italiani e genitori di figli nati e cresciuti qui.
Nell’attesa di individuare un’altra data, ringraziamo IL SINDACO, la sua amministrazione, la popolazione di Campo della sensibilità dimostrata e Vi porgiamo i nostri più sinceri saluti.
Il Direttivo "Union des Senegalais de l'Exterieur"
Famara Sow-Presidente
Baye Diouf-Coordinatore
Pap Khouma-Comunicazione
Nella foto Baye Diouf (a dx) davanti alla lapide esistente da anni a Marina di Campo durante una visita per organizzare la carovana di parenti di militari coloniali che combatterono in Europa sotto bandiera francese.

"La drammatica vicenda della Seconda Guerra Mondiale ci coinvolge perché siamo senegalesi e italiani e genitori di figli nati e cresciuti qui".





