Ci aspettavamo una levata di scudi contro l’invasore straniero pisese del Parco Nazionale da parte di coloro che inventarono l’ormai scordato slogan “l’Elba agli Elbani!”, invece la reazione, tolto il folkloristico Petrucci che ha la fissazione del gasolio di Gorgona, vanno dall’umiliante appecoronamento di Forza Italia a Fratelli d’Italia (roba, da servi della gleba) alla difesa da tifosi della squadra del cuore anche se ha segnato un autogoal a tradimento, alla proposta di trasformare il Parco da Nazionale a Regionale avanzata dal geniale consigliere regionale in transito Landi, alla schiera sempre più asfittica degli antiparco che, di fronte alla destra che magnifica l’importanza del Parco, applaudono come scimmiette ammaestrate e continuano a ripetere come pappagalli slogan che ormai non declama più nemmeno l’ardito Petrucci.
Una volta si diceva che i comunisti, se c’era scritto sull’Unità, credevano anche che gli asini volavano, ora i camerati credono nell’unicorno volante pisano anche se non lo hanno mai visto e non hanno mai letto un rigo del suo scarno curriculum, nemmeno sul Secolo d’Italia o su giornali di fantapolitica come Libero.
Ma la vulgata più in voga, quella dei giustificazionisti postumi e dei sindaci diventati prudentemente taciturni, è che la legge lo consente, tra questi ci sono molti che la legge 394/91 non l’hanno mai letta e che fanno confusione sulle competenze per nominare il presidente del Parco, arrivando a credere che sono i sindaci a trattare e imporre i nomi.
“Dura lex, sed lex” scrive in un commento per giustificare come inevitabile la terna di incompetenti che il ministro ha presentato alla Regione. Se non ricordiamo male è lo stesso che in anni passati si auto-candidò alla presidenza del Parco Nazionale – dimostrando di non conoscere la legge – perché lui aveva le competenze accademiche e gli altri no… Le stesse competenze che erano necessarie ora non abbisognano.
Ma è vero: “Dura lex, sed lex”. E il ministro che presenta la terna al presidente della Regione ed è il presidente della Regione che entro 30 giorni deve scegliere uno dei tre candidati. E’ quindi una scelta politica del ministro quella di aver sottostato all’imposizione del fiorentino Donzelli e di Fratelli d’Italia di mandare una terna di due candidati di Terricciola e uno di Prato e di ignorare la terna di candidati di destra elbani (Foresi, Marini, Vagaggini) indicati dalla Comunità del Parco.
Spetterebbe quindi al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin di Forza Italia decidere secondo la legge i candidati da sottoporre al vaglio della regione. Ma, violando lo spirito della legge, il ministro di Forza Italia si è fatto imporre tre candidati di Fratelli d’Italia amici di Donzelli, Meloni e Lollobrigida.
“Dura lex, sed lex”, soprattutto se per teppisti istituzionali è facile applicarla stravolgendone il senz so perché di fronte si ha una banda di mollaccioni elbani che si genuflettono di fronte alla prepotenza politica del primo bullo fiorentino che passa.
Capo Liberum






