Qualche giorno fa ho scritto di regolamenti della Unione Europea e opportunità che questi possono offrire con erogazione di fondi europei per la sanità pubblica dell’Elba e la nascita di un reparto di cardiologia dentro l’ospedale elbano (Camici: Norme europee e sanità all’Elba (l'elicottero comunque non basta)
Mi rivolgevo alla conferenza dei sindaci elbani sulla sanità quale organo istituzionale competente da dove partire con un progetto per la richiesta di fondi prima che scadano i termini. Pensavo che qualcuno che fa parte di questa conferenza si esprimesse.
Ad oggi il silenzio. Ho profondo rispetto per le istituzioni e attendo opinione, commento, risposta.
Come ho profondo rispetto per chiunque voglia esprimersi sull’argomento.
Su un tema così delicato e complesso che riguarda ciascuno, quello della salute pubblica e la sua amministrazione, è legittimo che ognuno possa dire la propria opinione. Non è reato chi lo fa pubblicamente in modo anonimo firmandosi con sigla per non farsi riconoscere.
Lo ha fatto L.F. in Un reparto cardiologico all'Elba? No, ed ecco perché
Non capisco perché LF non si firma. Forse ha paura di esprimere la propria opinione e si nasconde dietro l’anonimato?
E’ corretto rivolgersi ad altri in modo anonimo per esprimere opinioni?
Pur essendo legittimo a me non piace.
Si dirà che è il contenuto quello che conta.
LF è contro un reparto cardiologico dentro l’ospedale dell’Elba.
Si può anche essere d’accordo con quanto scrive ma dopo che certe affermazioni come “un reparto cardiologico non ci può né ci deve essere perché sarebbe vuoto la maggior parte dell’anno“ siano state supportate da dati e numeri.
Conoscere bene base per ben operare.
Non mi piace infine il modo con il quale LF parla dei sindaci dell’Elba che “avrebbero problemi per presentare il progetto di intonacatura di un annesso agricolo, figuriamoci se potrebbero mai fare il progetto di un (inutile) reparto cardiologico”.
Lo trovo irrispettoso.
Anche offensivo se fossi uno dei componenti dei sindaci delle conferenza elbana sulla sanità.
Marcello Camici






