Il Comune di Livorno ha espresso parere favorevole sull’ordinanza della Capitaneria di Porto che modifica il decreto “anti-inchini”, che nei giorni scorsi era stata criticata da Legambiente perché riduce le distanze dalle Aree marine e dalle coste protette prevista dal decreto Clini/Passera.
Le deroghe riguardano l’area a mare di Gorgona, protetta dai vincoli del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e l’Area marina protetta delle Secche della Meloria, che fa parte del Parco regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Secondo il Comune di Livorno i nuovi limiti di avvicinamento delle navi alle Secche della Meloria e all’isola di Gorgona sono «Più confacenti rispetto alle criticità operative locali».
Il “decreto rotte” prevede, per le navi mercantili e passeggeri superiori alle 500 tonnellate di stazza, il divieto di navigazione, ancoraggio e sosta fino a 2 miglia dai perimetri esterni dei parchi e delle aree protette marine, ma la Capitaneria di Porto di Livorno è preoccupata soprattutto per i traffici marittimi ed ha presentato un ordinanza che per le Secche della Meloria conferma la limitazione del transito delle navi mercantili in una fascia di mare larga 2 miglia esterna al perimetro della zona C, ma la deroga riguarda rogata un’area a sud del perimetro dell’Areas marina protetta, vicina al cono di ingresso e di uscita delle navi dal Porto di Livorno, eliminando così la “fascia di rispetto” prevista dal decreto. Per Gorgona la navigazione viene vietata siolo fino a 0.7 miglia dal limite a mare del Parco nazionale, mentre la regolamentazione del canale di accesso del minuscolo porto dell’isola sarà fatta in un secondo tempo.
«Avevamo già detto che il decreto anti-inchini aveva dei “buchi” per alcune isole – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana - vediamo che se ne stanno facendo altri e proprio dove ci sono i Parchi nazionali e le Aree marine protette che il decreto rotte avrebbe dovuto difendere meglio. Non è possibile che un decreto nazionale fissi dei parametri per ragioni di sicurezza, partendo proprio da quanto è successo nell’Arcipelago Toscano, e poi, per le stesse ragioni, questi limiti vengano ridotti proprio a Livorno, il porto che è una delle maggiori mete delle navi cariche di sostanze pericolose, e al largo di Gorgona, dove si stanno ancora cercando i fusti tossici caduti nel mare in tempesta il 17 dicembre 2011 dall’eurocargo Venezia della Grimaldi lines. Ci aspettavamo qualche diversificazione per le rotte dei traghetti, ma così si va nella direzione contraria rispetto a ciò che chiedevamo. Non ci facciamo una bella figura: qui ci sono stati il disastro della Costa Concordia ed una serie impressionante di incidenti. Il nostro territorio deve essere più difeso, anche stabilendo altre rotte, non cercando deroghe per il traffico mercantile. Chiedevamo di sapere cosa i nostri amministratori intendessero fare per difendere il nostro mare, le nostre coste e la nostra economia turistica dagli ormai troppo frequenti incidenti.. ora lo sappiamo: le deroghe».