Ha davvero dell’incredibile il ritrovamento avvenuto mercoledì scorso, 14 maggio, sull’isola di Pianosa - Comune di Campo nell’Elba, Provincia di Livorno - nel cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: a pochi metri dalla battigia, un raro esemplare di testuggine Emys orbicularis, animale d’acqua dolce che ha il proprio habitat nelle paludi.
Ad individuare e salvare l’animale, i soci dell’Associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa, consolidata realtà nata proprio per proteggere e custodire in varie forme tutto ciò che riguarda questo gioiello marino, geologico, storico e naturalistico.
La scoperta è stata fatta di primo mattino sul sentiero che costeggia la bellissima e famosa e Spiaggia di Cala San Giovanni: “Abbiamo scorto qualcosa di strano nascosto tra la fitta vegetazione che si estende fino al mare - hanno raccontato Emanuele Aliotta e Arturo Palermo - ma tutto ci saremmo aspettati, fuorché questa eccezionale sorpresa”.
Profondi conoscitori di questi luoghi, i due soci hanno allertato il neo eletto presidente dell’Associazione; Massimo Borgioli, presente sull’isola, ha fatto scattare a sua volta le necessarie informative alle autorità competenti, primi fra tutti la Polizia Penitenziaria di Pianosa e i Carabinieri Forestali dell’Isola d’Elba.
La testuggine è stata dapprima messa al sicuro in un ambiente umido e riparato, come da consiglio ricevuto dagli stessi esperti dell’Arma e poi consegnata ai Carabinieri Forestali della Stazione di Marciana Marina.
”Fortunatamente sta bene - riferiscce oggi Borgioli - sotto la guida del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è stata trasferita al centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici (CRUMA-LIPU) che si occuperà di valutarne le condizioni di salute ed eventualmente migliorarle. Nel contempo, esperti dell’Università di Pisa e di Firenze hanno avviato i test genetici per risalire a popolazione di appartenenza ed area di provenienza in vista della sua reintroduzione in ambiente”.
La testuggine palustre europea è una specie protetta che rischia l’estinzione a causa soprattutto della specie americana, molto resistente e sempre più diffusa.
L’esemplare giunto a Pianosa, dicono gli specialisti incaricati di ricostruirne glispostamenti, potrebbe aver galleggiato per molte miglia su ammassi vegetali o su un grosso tronco d’albero approdato sull’isola, proprio nel punto del rinvenimento.