Poco prima che a Campo all’Aia una tartaruga, ben decisa a fare quello che doveva fottendosene di una turba di videodipendenti che fotografano e filmano persino le scoregge dei propri cani e aiutata da pochi ma provvidenziali individui mentalmente sani, deponeva le uova che, speriamo, daranno vita a una numerosa nidiata di tartarughine, in quel di Bagnaia, al contrario, l’ultima mareggiata spiaggiava il cadavere di una caretta caretta in stato di decomposizione. Priva di testa e di pinne, il carapace rotto nella parte anteriore poteva far pensare ad un fatale incontro con un’elica e al successivo banchetto di pesci predatori. Trattandosi tuttavia di una specie protetta un cittadino fiducioso nelle istituzioni, avvisava la Municipale di Portoferraio perché attivasse i protocolli previsti che avrebbero dovuto concludersi con la rimozione dei poveri ma indubbiamente fetenti resti.
Nella tarda mattinata dello stesso giorno, martedì 8 luglio, una pattuglia della Guardia Costiera arrivava a Bagnaia e, con alcuni residui lignei portati dal mare e qualche metro di nastro in plastica bianco e rosso, improvvisava una sorta di recinzione avvisando i presenti che nel giro di qualche ora il personale addetto avrebbe rimosso l’animale morto.
Com’è e come non è a tuttora, sono le 16:00 del giorno 10, la povera bestia e la recinzione, nata già pericolante e ormai pressoché collassata mentre la plastica bianca e rossa comincia a sfilacciarsi disperdendosi nella spiaggia stanno diventando parte integrante e olezzante della spiaggia di Bagnaia, al pari, olezzo escluso, dello Scoglietto o del Rent Boat di Matteo.
Nell’epoca delle comunicazioni satellitari sarebbe interessante scoprire come mai non è successo quel che logicamente avrebbe dovuto succedere nel giro di qualche ora dall’intervento della Guardia Costiera. Visto anche il precedente caso del delfino morto spiaggiato nel gennaio di quest’anno e, pur debitamente segnalato, fatto infine sparire da mani abusive intorno a Pasqua comincia a farsi strada fra i frequentatori della spiaggia il sospetto che del protocollo che guida gli interventi in casi simili si sia perduto l’ultimo paragrafo, quello che specificava in modo inequivocabile a chi spetti l’ingrato compito di necrofori, e si sia creata una tipica situazione italica, il rimpallo di responsabilità che causa una sorta di esausta inazione e la conseguente perdita di credibilità delle istituzioni coinvolte.
Beppe Contin
Aggiornamento: La tartaruga morta a Bagnaia è stata rimossa oggi, venerdì 11 luglio verso metà mattina.






