Gli Elbani adorano la loro isola per i numerosi vantaggi che presenta e di cui il narratore debba essere un non elbano come il sottoscritto ad elencarli.
A parte i numerosi vantaggi, esiste un cruccio che da sempre assilla gli elbani ed è la carenza d'acqua. Poco importa che le statistiche pluridecennali confermino che la quantità di pioggia che statisticamente cade in tutti gli anni sull'isola sia molto superiore al fabbisogno, la convinzione non viene cancellata anzi la modifica che, fermo restando il volume annuo, siano intervenute variazioni nelle modalità con le quali l'acqua cade dal cielo è sempre costante ma non cambiano per nulla gli errati concetti elbani.
Le motivazioni veritiere che producono questa errata convinzione sono molteplici e partono dal fatto che la maggior parte delle piogge avviene nelle stagioni invernali facendo durare per tempi lunghi quella siccità estiva che fa tanta impressione.
A questo punto gli elbani affermano che all'Elba la colpa della mancata costruzione di grandi bacini è dovuta alla mancanza delle vallate naturali come quelle già sfruttate in tutta Italia per costituire dei grandi bacini artificiali tramite enormi dighe di ritenuta fatte in molti casi di necessità d'acqua simili a quelle dell'Elba.
Ma anche in questo settore risaltano episodi veramente eclatanti. All'Elba era stato fatto un progetto (della cui validità non discuto per nulla) ma con la quale premeva poter disporre di due milioni di mc. di possibile accumulo d'acqua. La soluzione era stata trovata prevedendo la costruzione di 21 laghetti e si era passati alla costruzione del primo chiamato laghetto Condotto. La prova è fallita perché il laghetto costruito prontamente, con una spesa di oltre un milione di euro, perdeva come un colabrodo e ciò ha annullato di botto la costruzione degli altri 20 laghetti.
Occorre però precisare che gli ultimi trenta anni non sono stati carenti di buone notizie riguardanti la possibilità di costruire un grande serbatoio.
Io stesso avevo presentato il progetto di massima di un serbatoio da due milioni di mc di capacità, costituito da una galleria del diametro interno di 10 m. che girando attorno al monte Capanne ad una quota di 150 metri sul mare avrebbe potuto raccogliere ed accumulare l'acqua che scende dalle vallette della montagna che tra l'altro ha la caratteristica di un maggior piovosità dell'Elba.
Il progetto presentato in un'assemblea presso l'Hotel Airone sembrava avere successo ma non se ne è fatto niente.
In aggiunta a tutto questo si può tranquillamente affermare che, pur non essendovi all'Elba modo ed opportunità di ricavare grandi bacini superficiali, tutto questo potrebbe essere costruito nel sottosuolo dove l'acqua troverebbe un ambiente ideale per conservarsi per lunghi periodi come sarebbe necessario per utilizzare d'estate la molta acqua che vi piove nei periodi invernali.
Fermo resta il fatto che la presenza di un grande serbatoio all'Elba costituisce una necessità primaria, qualunque sia la fonte di produzione di acqua potabile.
Anche nel caso di costruzione del dissalatore di Mola il serbatoio costituirebbe una necessaria riserva per consentire al dissalatore medesimo di funzionale a portata costante grazie alla sua alta capacità.
Ma la affermazione che costituisce lo scopo del presente articolo è la dimostrazione lampante che nell'Isola si ha modo di toccare con mano le enormi quantità d'acqua che vi piovono in diversificate occasioni non ultima quella dei dannosi allagamenti che sono accaduti più volte quando si verifica l'assurdo più impensabile di lasciare tanta acqua scaricarsi senza la sua minima utilizzazione per poi dovere ricavare a costi elevatissimi acqua potabile desalinizzando l'acqua del mare.
Evidentemente nessuno all'Elba si rende conto che immenso patrimonio viene tralasciato lasciandolo scaricarsi totalmente in mare.
Marcello Meneghin






