Quando si parla di compendio minerario bisogna avere presente che si tratta d’immobili di proprietà del demanio dello stato (giacimenti strategici) e del comune di Rio (parti minerarie dismesse), per lo più posti fra le aree protette dell’Ente parco nazionale dell’arcipelago toscano.
Quindi, quando si fanno progetti per individuare sport come bici, corsa, softair etc., è necessario tenere presenti i vincoli posti nella realtà in cui si opera. Una situazione dove le leggi molto spesso, troppo speso! costringono a smorzare gli entusiasmi degli amministratori di quella che è una società di gestione.
Nei dieci anni in cui sono stato presidente della Parco minerario srl, dove sono state realizzate le uniche attività tuttora in essere (tranne la galleria di Rosseto), sia io sia i membri del CdA abbiamo cercato d’individuare nuove idee e attivare nuove forme di sviluppo economico nella Terra del ferro.
In quegli anni, oramai lontani, abbiamo accompagnato nelle miniere di Rio molti docenti universitari, studiosi, guide turistiche e/o ambientali, imprenditori, dirigenti di associazioni culturali etc.
Tuttavia è la prima volta che mi capita di leggere che i rappresentanti di un’associazione facciano dei sopralluoghi in tuta mimetica e con armi giocattolo alla mano. Scrivo questo non con spirito polemico, ma solo per invitare alla prudenza poiché le zone sono incluse nel PNAT è quindi sottoposte pure al controllo dei carabinieri forestali.
Lorenzo M.






