Apprendo dalla stampa il seguente annuncio della USL Toscana nord ovest: L’isola d’Elba laboratorio toscano della telemedicina.
Ben vengano studio e ricerca sull’impiego delle nuove tecnologie nella sanità.
Afferma la USL Toscana nord ovest che queste nuove tecnologie possono dimostrare tutto il loro potenziale nel garantire cura ed assistenza anche nei contesti geografici più impegnativi come le piccole isole.
Diagnosi e terapia sono due momenti cruciali della metodologia clinica.
Già da tempo la intelligenza artificiale è presente nella clinica basti pensare ad un eco cardiografo.
Che cosa è questa macchina se non applicazione di software che trasformano i segni della malattia in immagini?
La intelligenza artificiale, la tecnologia digitale, le nuove tecnologie sono dunque da tempo impiegate in sanità in aiuto per la diagnosi.
Quale il loro ruolo nella diagnosi e nella terapia a distanza (telemedicina) di una patologia acuta tempo dipendente?
Non sono esperto di telemedicina.
Forse per questo non riesco ad individuare molto spazio per essa, la telemedicina, nel campo della emergenza clinica, in corso di patologia acuta tempo dipendente.
I motivi?
Li ha un po’ elencati su questo giornale il dr Alberto Zei, parlando della Grande illusione della telecardiologia quando l’immagine c’è ma la cura non arriva.
Li riassumo brevemente:
L’ecocardiogramma è immagine che proviene dalla competenza di chi la esegue.
Se il medico a distanza è competente nella lettura della immagine può non essere competente il medico in presenza che esegue con la sonda l’ecocuore da cui nasce la immagine
La semeiotica fisica cioè l’analisi dei segni fisici e dei sintomi con cui si manifesta la malattia e la sua importanza nella valutazione clinica dell’andamento, della evoluzione di una patologia acuta tempo dipendente che ha il medico in presenza non è quella che ha il medico a distanza (telemedicina).
Le decisioni che immediate spesso occorre prendere in patologia acuta tempo dipendente possono essere prese da un medico a distanza? In tale patologia la clinica che nasce dall’ incontro fisico del medico col malato non è la stessa del medico a distanza.
La realtà virtuale in situazione di patologia acuta tempo dipendente non può sostituire la realtà reale.
E’ come visitare un museo: la sensazione del bello che si ha davanti al vedere la realtà reale non è la stessa della realtà virtuale senza nulla togliere alla importanza che la realtà virtuale può assumere per la valorizzazione, la comunicazione.
Aggiungo che la esperienza tremenda che ho avuto nell’aver patito infarto acuto miocardico (avvenuto fuori e lontano dall’Elba) mi ha confermato e messo in evidenza l’aspetto importante umano della sofferenza in patologia acuta tempo dipendente assolutamente da non sottovalutare: sapere di essere circondato da mani esperte che sanno quello che fanno ,realmente presenti intorno, mi ha dato conforto, forza e coraggio.
In conclusione continuo a vedere nel futuro una medicina dove la figura del medico in presenza, seppur supportata dalla intelligenza artificiale, è insostituibile in particolar modo nella patologia acuta tempo dipendente.
Marcello Camici






