La recente impennata di casi Covid riscontrati all' Elba è leggibile sia come come risultato di una serie di comportamenti errati (feste di compleanno, assembramenti per cerimonie e ricorrenze, gruppi con maschere a mezz'asta, ecc.) che hanno creato alcuni focolai e al contempo come la capacità di tracciare, se non tutti, gran parte dei contatti avuti a cascata dai positivi.
I numeri degli ultimissimi giorni, sicuramente preoccupanti e percentualmente i peggiori della nostra ASL (ma di non molto superiori alla media regionale), testimonierebbero appunto di questa capacità di scovare in tempi ridotti i contagiati, soprattutto asintomatici, collegati ai casi conclamati dell'infezione.
In sintesi i numeri alti sia di esami effettuati che di responsi positivi, si prestano ad una duplice lettura: se da una parte conclamano la diffusione del virus, dall'altra fotografano una situazione che non si può dire ancora sfuggita di controllo.
Che il virus fosse presente all'Elba in maniera significativa fin dalla prima ondata, era stato chiaro a seguito del consistente screenig (oltre 1.000 test sierologici) effettuato tra marzo e maggio, tra le varie categorie a contatto con il pubblico, il cui risultato (vedi Elbareport del 21 maggio: http://www.elbareport.it/cronaca/item/41964-superati-i-mille-test-sierologici-allelba) aveva dato un 10% di casi (negativi al successivo tampone) con tracce di pregresso contatto con il virus. Un dato ampio ma senza rilevanti conseguenze, che fece parlare di 'isola covid free', grazie al regime di chiusura totale e isolamento in vigore in quel periodo.
Ad ogni buon conto, dopo che dal territorio, Sindaci compresi, erano venute richieste di uno screening di massa, la Regione Toscana sembra intenzionata, col mese di gennaio, a cominciare proprio dall' Elba “un progetto sperimentale di screening a largo raggio”, come si legge sulla pagina FB del Consigliere Regionale Gianni Anselmi.
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