Essendo ancora tutti gli alberghi e ristoranti chiusi e non essendoci quindi luci accese, auto e persone che si muovono di notte, i cinghiali e i mufloni stanno approfittando di questa situazione per dare sfogo ai loro istinti distruttivi. Sono ormai gruppi di diverse diecine di animali che vangano e devastano orti e giardini della località in modo mai visto, veramente impressionante.
I mufloni, con salti oltre i due metri da fermi, superano ogni recinzione ragionevole andando a rovinare i nuovi germogli dei giardini e di qualche piccolo vigneto che coraggiosamente ancora resiste. La gente è disperata e sopraffatta che nemmeno più segnala le devastazioni, anche perché sembra non interessino nessuno. Pian piano, non vengono più organizzati gli orti familiari e curati i piccoli vigneti costringendo la gente ad andare al supermercato. Si sta distruggendo quello che restava dell’economia agricola dell’Elba.
Un folto gruppo di cinghiali ha scavato in modo importante la scarpata della strada carrozzabile Zanca-Sant’Andrea creando un possibile eventuale pericolo alla circolazione, sarebbe bene darci un’occhiata questo proprio ai margini del nostro orto, scaraventando terra e pietre sulle piantine di pomodori appena trapiantate. Sono veramente incazzato, ho più di ottanta anni e ho dovuto lavorare tutta la domenica per riparare la stabilità di un cancello che mi avevano divelto in un’altra zona del giardino sperando che non ci riprovino e entrino da un’altra parte.
Sono consapevole che i parchi sono un sinonimo di civiltà, viaggiando, ne ho visitati parecchi in Australia, in Africa, in Argentina e molti altri paesi del mondo, pur amando gli animali penso non debbano condizionare la vita degli abitanti del luogo, gli ungulati sono dei guastatori, come dei buldozer. Allora se si vuole tenere questi animali sarebbe almeno opportuno creare una riserva con reti alte più di 3 metri nelle zone montane del parco che di territorio ne ha tanto.
Sono ormai decine di anni che questi animali anche a volte pericolosi tengono in ostaggio gli abitanti dell’isola d’Elba, si parla, si promette, ma il problema non si risolve. Mi verrebbe da chiedere alle istituzioni (Parco, Comune, Regione) se questi ungulati venissero a rufolare e sulle vostre scrivanie, il problema lo risolvereste?
Fate finalmente qualcosa, si cambi lo statuto del Parco 0 se non si è in grado di gestire il problema si copi dai nostri vicini tedeschi.
Non essendo un problema solo elbano, nasce spontanea la curiosità di capire come questi problemi vengono risolti altrove e da un colloquio avuto con Stefan Maier, esperto cacciatore di un paese del Baden- Wuerttenberg -Germania situato a 800 metri sul livello del mare, così dice:
In Germania la caccia è considerata una risorsa importante, si pensi che nella seconda guerra mondiale la caccia è stato un valido aiuto soprattutto per chi viveva fuori dai grandi centri urbani, oggi è così regolamentata.
Il Comune stabilisce dei lotti di terreno, naturalmente lontani dalle zone abitate. I cacciatori formati e provvisti di licenza di caccia, possono prendere in affitto questi lotti per nove anni, dove possono cacciare, macellare gli animali e dopo ovvio controllo del veterinario, soprattutto per (la trichine) possono vendersi la carne.
Sono però responsabili dei danni che gli animali causano alle colture ma anche alla foresta. Gli eventuali danni vengono calcolati da un perito del Comune ed il cacciatore di quella zona è tenuto a risarcire il proprietario per il 75% del danno, oppure dovrà prendere la vanga e rimettere in ordine il terreno.
Nel caso di danni grossi è bene avere un’assicurazione. Alla fine di ogni anno, ogni cacciatore dovrà comunicare al Comune la lista degli animali abbattuti, così con questo sistema il cacciatore avrà interesse a tenere sotto controllo il numero degli animali e che non creino danni). (Io e un mio amico abbiamo fatto un contratto con il Comune per un lotto di 1.400 ettari, pagando 2.000 euro ciascuno.
Con noi collaborano due giovani cacciatori apprendisti, perché questo sistema possa essere trasmesso alle generazioni future, da noi l’esame per la licenza di caccia si può prendere a sedici anni. Devo dire anche che la gente collabora segnalandoci la presenza degli animali ed anche in occasione di danni ai terreni, ci si viene incontro a vicenda. Questa attività, viene fatta come hobby, non manca però chi lo fa come professione nelle grandi proprietà terriere.
Perché non si può fare anche all’sola d’Elba? Non siamo sempre in Europa?
Nello Anselmi







