Come da tempo sosteniamo noi di Elba Consapevole, assieme ad altre 7 associazioni territoriali elbane, è stata espressa dall'ISPRA (l'Istituto Superiore per la Protezione dell'Ambiente) una posizione chiara che condanna la caccia in braccata perché inutile allo scopo contenitivo della popolazione degli ungulati.
Come sottolineato in questo articolo non solo appare l'inutilità ma anche la dannosità di questa pratica che finisce per favorire la maggiore proliferazione del cinghiale e il suo pericoloso avvicinamento alle aree agricole e residenziali.
Per le scelte consapevoli bisogna lasciare i bar e documentarsi da fonti autorevoli e scientifiche che possono darci risposte veritiere e certe. La complessità della natura merita rispetto e non lascia spazio a pressapochismi di basso livello spesso pubblicati da associazioni di parte ma necessita di un serio ed attento studio e programma per il suo recupero.
Dal nostro parere era già emerso tutto questo non a caso ma supportato da studi di analisi ecologica ambientale fatti e consigliati da ricercatori che si sono occupati già del problema ungulati in svariati territori. Ma altrettanta la documentazione che si può facilmente reperire in diverse riviste scientifiche autorevoli che dimostrano l'impatto improprio delle specie introdotte su diversi ecosistemi e soprattutto se questi sono limitati (isola).
Il nostro è un appello ad un dibattito con tutte le realtà interessate per unire le forze ed agire in fretta per porre una volta per tutte rimedio ad errori del passato. I metodi sono molteplici e andranno, ahimè, utilizzati tutti in maniera sinergica e complementare come dimostrano studi e azioni di eradicazione in atto nelle isole greche.
Il passo è possibile, urgente e necessario e speriamo che oggi più di ieri ci sia la consapevolezza da parte di tutti i livelli istituzionali che siamo una maggioranza succube di un hobby in calo che lascerà spazio a strascichi di danni gravi per gli ecosistemi naturali e quindi per l'intera comunità.

Dave Fabbri
Elba Consapevole