La crisi pandemica di Covid-19 che ha colpito tutti i Paesi, rivela che il nostro sistema economico globale, fondamentalmente è ancora non sostenibile e guidato dal consumo. Ora in una prospettiva di ripartenza post-pandemia con il Recovery Fund si avrebbe il potenziale finanziario per passare da uno stato di crisi a uno evolutivo, in cui la crescita economica può essere orientata in modo nuovo, per rendere l’Elba un posto migliore per tutti: con politiche mirate di economia circolare, di trasformazione massiccia della forza lavoro, di inclusione e sostenibilità. Il vero motore è la conoscenza, presupposto fondamentale per promuovere l’innovazione come forma di cambiamento.
Si parla molto, oggi, di smart city, e ci si riferisce spesso alle megalopoli dotate di infrastrutture di connessione hardware e software a banda larga e ultra larga. L’Elba è una smart small town. L’esperienza di Covid-19 indica che il ruolo delle grandi città e dei loro affollati e poco sostenibili centri direzionali, potrebbe essere sostituito da quello di smart small town e dei borghi, purché ben connessi da reti a larga larghissima banda. Si potrebbe parlare di un possibile ripopolamento digitale di realtà come l’Elba. Un trend epocale.
Una smart Elba è tale perché è abitata da smart cittadini, vale a dire educati, responsabili e consapevoli e perché è governata da una smart amministrazione, cioè una Pubblica Amministrazione intelligente ed efficiente. La digitalizzazione diffusa e capillare (senza alcun tipo di divisione fra settori, redditi e fasce d’età) gestita dalle istituzioni in base a principi di rigoroso rispetto dei diritti dei cittadini, con regole e privacy, può assicurare uno straordinario miglioramento nella qualità della vita di tutti gli elbani (nell’amministrazione, nell’economia, nella gestione ambientale, nella salute, nella sicurezza, ecc…).
Questo ecosistema si può realizzare attraverso investimenti garantiti sia dal PNRR che l’Italia ha presentato a Bruxelles a fine aprile 2021 che altri, e potrebbero riguardare la riqualificazione del porto e percorso verso il potenziamento, miglioramento dei collegamenti marittimi; la riqualificazione delle aree urbane; il recupero e miglioramento di infrastrutture esistenti; l’installazione di impianto solare fotovoltaico e percorso verso l’autonomia energetica; la costruzione del dissalatore a Mola e percorso verso l’autonomia idrica; il potenziamento, miglioramento, ampliamento dell’aeroporto a Campo nell’Elba, per far si che compagnie aeree Low Cost tipo Ryanair o EasyJet (solo come esempio) possano veicolare in tempi brevi (1 ora di volo) turisti dalla Lombardia e dal Veneto all’Elba, con conseguente potenziamento dell’offerta turistica a beneficio dell’intera economia dell’isola; fornendo servizi che favoriscano lo sviluppo socio-economico e sia innovazione socio-culturale.
In tale contesto di ripartenza l’Elba ha la possibilità di stimolare la ripresa non solo con i fondi europei del Recovery Fund ma anche con altri investimenti mirati su precisi progetti, con l’obiettivo di essere più ecologica, digitale e resiliente; dobbiamo puntare verso una crescita “VERDE”, trasformare i problemi ambientali e climatici in opportunità in tutti gli ambiti. Rendendo sostenibile l’economia, con particolare attenzione al settore del turismo, dei trasporti, dell’energia, dell’agricoltura, delle risorse idriche ed energetiche.
In conclusione, il diritto a una migliore qualità della vita per tutti gli elbani, con lo strumento di politiche ecologiche, tecnologiche, culturali, turistiche. Il diritto a partecipare alle decisioni. La sfida è quella di finanziare tecnologie innovative che facilitino la transizione verso un’economia verde, digitale, inclusiva, con la visione di apportare miglioramenti radicali alla qualità e all’efficienza degli ecosistemi economici e produttivi, con la possibilità di coinvolgere istituti di ricerca o istituti universitari (solo come esempio la Normale di Pisa, ecc…) che intendano rispondere allo sviluppo con soluzioni innovative e sostenibili.
Una visione post-pandemia per le future generazioni elbane.
Enzo Sossi






